I segnali di certo non sono mancati in passato, ma questa forse può essere la prima frattura pesante nel movimento cinque stelle.
Cambiano i portavoce e i presidenti dei gruppi come fossero mutande, non si presentano ad una importante kermesse elettorale come le regionali in Sardegna per non essersi riusciti a mettersi d’accordo sui nomi, ma ora le cose si fanno più serie.
Infatti si è arrivati all’espulsione di 4 senatori rei di pensarla in maniera differente dal capopopolo Grillo: ovviamente riunione , stavolta senza il tanto decantato streaming, e bye bye Orellana, Campanella, Bocchino e Battista.
Ma la cosa non è andata giù a molti all’interno del movimento tanto che in 30 minacciano di andarsene , e già si parla di possibili flirt con i dissidenti di area civatiana del PD.
Ovviamente per tamponare la mala parata ora si cerca di confermare l’espulsione con il solito referendum via web dove il comico genovese invita i “cittadini” a dire la loro sulla questione.
Come di consueto lo strumento per fare fuori i 4 parlamentari è il solito: l’accusa di volersi intascare il rimborso elettorale, che ovviamente viene ribattuto col fatto che gli eletti si sono impegnati a rifiutare ma non a restituire i compensi.
Se si va all’accusa di portafoglio significa che probabilmente i metodi dittatoriali sono alle porte, quindi non è difficile prevedere che se ne vedranno delle belle.
Il problema è che la strada è segnata, e se i segnali sono questi il movimento va verso lo sfascio non verso il 51% tanto agognato…