Quel trans chiamato desiderio

Quel trans chiamato desiderio Ricordo la prima volta che vidi una prostituta, dal vivo. Fino ad allora la prostituta era la Maddalena dei racconti evangelici, la Bocca di Rosa della canzone di De Andrè o la romantica Julia Roberts di Pretty Woman.
Vedere una donna in abiti succinti, esteticamente brutta, molto brutta, con la cellulite che ballava fuori tempo rispetto ai muscoli della coscia, scaldarsi di fronte ad un cumulo di pneumatici in fiamme trasmette un certo disagio oltre che un degrado che nulla ha a che vedere con le “artistiche” immagini precedenti.
L’apice della tristezza la si raggiunge poi se capita di assistere ad un abbordaggio classical style: lui fermo a bordo strada con il finestrino del passeggero alzato e lei inchinata con la testa dentro l’abitacolo a decantare il menù.
Per il la storia è un po’ diversa, ma nemmeno tanto, anche in questo caso la visione un po’ romanzata o edulcorata, magari anche aiutata da testimonial d’eccezione come Vladimir , parlamentare e ospite dei salotti buoni, cambia totalmente quando si ha un incontro dal vivo.
Tratta a lunga percorrenza su un regionale, mentre ero assorto nell’ascolto della radio, interrotta dai lunghi passaggi in galleria, mi accorgo d’improvviso, nel passaggio dei chiaroscuri che nella fila affianco alla mia è seduta una ragazza sudamericana, presumibilmente salita ad una delle ultime fermate, jeans scuri attillati, stivaletti in pelle, un maglioncino d’angora rosa, una borsetta alla moda e i capelli biondi con un taglio aggressivo.
Per un attimo codifico quella presenza come femminile poi vengo tormentato da un dubbio, un dubbio generato dai tratti del viso, dalla somiglianza incredibile con la trans protagonista dei risvolti del caso .
Non che la sua presenza mi disturbasse ma mi sarebbe piaciuto avere qualche informazione in più circa la sua identità e allora ho cominciato ad osservarla mentre parlava al telefono. Brasiliana, innanzi tutto, l’intonazione della voce era inequivocabile e poi le mani, decisamente poco femminili ma se è per questo anche Megan Fox ha un pollicione mica da ridere ma il pomo d’adamo, su quello non si sbaglia, e c’era!
In treno seduto quasi affianco ad un trans, un’esperienza che, mi sono accorto solo dopo, aveva già attirato la curiosità degli altri passeggeri. Suggestioni del caso Marrazzo, suggestioni delle ospitate invadenti a e , suggestioni dettate da omicidi, ricatti e video proibiti.
Se anche arriva a dire che non ne può più di tutti questi trans in tv e Luxuria denuncia che quelle che sono spesso in tv ultimamente “screditano la categoria” qualche verità ci deve pur essere.
Il treno si ferma, il passeggero salito “lei” e sceso “lui” abbandona il treno con passi misurati e calmi, senza stravaganze e si lascia dietro una scia di profumo femminile. Che Marrazzo fosse follemente attratto da quese creature mi sorprende meno di prima, quasi quasi ora mi chiedo cosa ci trovassero loro in Marrazzo.

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symbel (redattore)

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1 Risposta

  1. giodex scrive:

    Symbel, la prossima volta opta per una macchina a noleggio!

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