Le votazioni sul provvedimento contro l’omofobia, affossano non solo la proposta di legge, ma anche il PD.
Infatti in molti all’interno del principale partito dell’opposizione non hanno molto preso bene il voto della teocon Binetti, che votando secondo la propria coscenza cattolica, ha votato contro il provvedimento, cosi come hanno fatto Udc e Pdl.
E mentre in molti all’interno del partito iniziano a minacciare aut-aut, la parlamentare continua a testa alta e attende il prossimo segretario, indicando che voterà Bersani, osteggiando Franceschini che ne ha proposto l’espulsione, come ha fatto peraltro il capogruppo alla camera Soro.
Che sia l’inizio della svolta di un PD, che finalmente si accorge di avere in seno troppe posizioni contrarie o la diasopora dei teocon verso l’UDC per la creazione del tanto desiderato terzo polo?
Staremo a vedere, intanto, per il momento, dall’altra parte il centro destra se la ride…
Mi sembra giusto che mentre c’è il casino a Messina, i primi geli in Abruzzo, i problemi della scuola e del mondo della disoccupazione (sic!) e qualche migliaio di italiani in Iraq e Afghanistan, il Parlamento si occupi dei gay.
Come ai tempi di Prodi il cui governo per prima cosa si impegnò sulla querelle DICO/PACS.
Ma ci facciano il piacere, brutti mangiapane a tradimento!!
Ho seguito un po’ la vicenda ieri perché avevo la sensazione che le ricostruzioni fatte dalla tv non fossero esaurienti e la mia sensazione non era errata.
Questa proposta di legge bipartisan nelle intenzioni non doveva togliere troppo tempo al Parlamento in quanto sembrava ci fosse un accordo abbastanza largo. Poi come capita spesso nelle camera c’è stata una sorta di dispetto e controdispetto tra le due parti poliche che con il niet della Lega e dell’UDC ha causato la non approvazione.
Nessun problema ideologico o morale, semplice diatriba parlamentare.
Sulla legge in sé ci sarebbe poi da discutere solo che appena tocchi la questione omosessuale e ne metti in dubbio qualche aspetto vieni tacciato di omofobia, razzismo o fascismo.
In sintesi si potrebbe dire che le opinioni si dividono tra l’esigenza assoluta, visti i recenti casi di cronaca soprattutto a Roma, di una legge che specifichi chiaramente l’aggravante per discriminazione sessuale e chi ritiene una legge del genere ristretta ad un gruppo piccolo di persone già tutelate dalle leggi vigenti indipendentemente dal loro orientamento sessuale, insomma una legge “ad ricchionem”