Si archivia con l’ennesimo non raggiungimento del quorum l’ennesimo referendum inutile. Questa volto il quesito riguardava le trivelle delle piattaforme dove si estrae il gas naturale (e non il petrolio come certa propaganda vuole far credere) entro le 12 miglia dalla costa, che se avesse vinto il si avrebbero comunque continuato ad operare non fino ad esaurimento del giacimento, ma fino alla scadenza della concessione che non si sarebbe rinnovata in automatico come avveniva in precedenza.
Peccato che questo referendum costato 350 milioni di euro alla collettività, e per la prima volta richiesto dalle regioni (con la Puglia del governatore Emiliano in testa, restato poi solo perchè in corsa i governatori delle regioni che lo hanno proposto si sono defilati) e non dai cittadini, sia sostanzialmente inutile se non dannoso, a parte essere una mossa politica interna al PD per provare ad indebolire Renzi, peccato che questa inutile mossa politica la pagano di tasca tutti gli italiani.
Dicevamo inutile anche perchè non riguarda il petrolio, dato che praticamente tutti i giacimenti di petrolio stanno oltre le 12 miglia e quindi non erano interessati dal referendum, inutile perchè le nuove concessioni entro le 12 miglia sono già bloccate da prima del referendum, perchè ci avrebbe costretto a dipendere ancora di più dall’estero per la nostra energia, oltre alla beffa che i giacimenti sarebbero potuti essere sfruttati dagli stati a noi confinanti, dannoso per i posti di lavoro, e dannoso per l’ambiente visto che i gas naturali sono gli stessi che ci permettono di fare a meno del petrolio per alimentare le nostre auto. Dannoso specialmente per i posti di lavoro, circa 11.000, delle ditte che lavorano sulle piattaforme.
Insomma per una bega interna al PD si rischiava di fare male all’Italia.
Interessante il cambio di rotta dei promotori che in corsa, vista la mala parata si accontentano prima del 40%, poi del 30%, poi di 10 milioni di votanti: in realtà si tratta di una sconfitta che hanno provato a camuffare da vittoria, come ha fatto notare polemicamente Ernesto Carbone del PD usando su twitter l’hasthag #ciaone che ha fatto infuriare il comitato referendario per il si.
Ma il problema è a monte, usare il referendum per questioni complesse e di lana caprina come queste è costoso, inutile e deleterio: costoso perchè la macchina referendaria è pagata coi soldi pubblici, inutile perchè sistematicamente finisce che il quorum non si raggiunge e deleterio perchè alla fine a furia di chiamare alle urne per referendum di cui al popolo poco interessa si finisce per allontanare dalle urne i votanti anche in caso di quesiti realmente degni di partecipazione.
Ad ogni modo nonostante gli endorsment di vip e il battage sui social network con tanto di insulti a chi dichiarava di non andare a votare e foto della scheda elettorale, quello che è emerge è che i votanti non sono solo sui social network, ed è la stessa motivazione perchè il movimento 5 stelle non stravince le elezioni nonostante i social network e/o perchè Berlusconi venisse votato nonostante tutti dichiaravano di non averlo votato…