Michele Zagaria boss dell’organizzazione camorristica del clan dei casalesi, noto “Capastorta”, ha dato mandato ai suoi legali di chiedere un risarcimento danni alla Rai per come è stato rappresentato nella fiction tv dedicata ai giorni della sua cattura e intitolata “Sotto copertura 2 – La cattura di Zagaria”.
Perché mai un mafioso, condannato a cinque ergastoli, e allo stato attuale detenuto in regime di 41bis, dovrebbe prendersela con la fiction Rai, in quattro puntate, record di share in prima serata su Rai Uno?
Non certo per la scelta estetica, visto che nel piccolo schermo viene interpretato da Alessandro Preziosi che, non ce ne voglia Capastorta, è decisamente più attraente di lui.
E allora per cosa?
Il motivo è che al boss, nella fiction, vengono attribuiti abusi sessuali chiari sulla moglie dell’uomo che lo “ospitava” nel bunker sotto casa sua e molestie insinuate nei confronti della figlia minorenne dello stesso.
Sappiamo bene che le esigenze della finzione richiedono di romanzare un po’ la realtà, ed ecco quindi inserita un’improbabile storiellina d’amore tra una brava ragazza (bella, giovane, spagnola, che parla come Belen) e lo scugnizzo al servizio del boss, ma perché inventarsi una storia di abusi sessuali, probabilmente anche a danni di minorenni?
Non bastano cinque ergastoli? Non basta l’accusa provata di essere il mandante di centinaia di omicidi efferati, comprese brutali esecuzioni tramite decapitazione?
Sappiamo che il vero Zagaria era molto sensibile al fascino femminile e che a tradirlo, facendo scoprire la vera ubicazione del suo bunker, sia stato proprio uno screzio tra donne. Ma perché le molestie sessuali? E la pedofilia?
Non penso che gli sceneggiatori si siano fatti influenzare dai recenti casi di molestie sessuali scoppiati a Hollywood, anche banalmente per una questione cronologica. Quando sono balzati agli onori della cronaca i casi italiani e americani la fiction era già non solo pensata, ma anche girata e montata.
Però mi immagino Zagaria, chiuso nella sua angusta cella di isolamento, che cambia canale e capita su Rai Uno, davanti al suo televisorino e vede la fiction a lui dedicata e ad un certo punto, sbotta: “Eh no, va bene pluriomicida, va bene capo camorristico, va bene occultatore di rifiuti tossici, ma come Kevin Spacey, no!”
Zagaria, Preziosi e Kevin Spacey
Simone Bellisai (collaboratore)