Sembra una maledizione, ma da qualche anno la squadra più vincente d’Italia, da ieri anche d’Europa e chissà, un domani, se vincerà anche quella che era la Coppa Intercontinentale, anche del mondo, non riesce proprio a festeggiare fino in fondo le sue vittorie.
Anche ieri, nella follia della finale vinta grazie ad un superlativo Milito ma soprattutto alle prodezze del suo portiere, ci è scappato il morto. Un tifoso accoltellato in un bar e altri malmenati da un gruppo di delinquenti individuati come ultrà dell’Atalanta. E poi dopo nemmeno un secondo di gioia per aver sollevato la “coppa con le orecchie” dopo quasi mezzo secolo da spettatori della competizione europea, ecco Mourinho che si dichiara più che possibilista nei confronti del Real Madrid, per il quale si è dichiarato “disponibile ad ascoltare” quello che hanno da proporgli. Conoscendo le disponibilità dei nababbi spagnoli sembra quindi improbabile che rimanga anche l’anno prossimo alla guida dei nerazzurri.
E poi, nemmeno un secondo dopo essersi presi la rivincita su milioni e milioni di gufi, tifosi delle altre squadre italiane che compatte tifavano contro, ecco arrivare anche la dichiarazione in parte ritrattata in seguito ma non con molta convinzione, dell’eroe della serata, “il principe” Milito che non da per scontato che l’hanno prossimo indosserà la stessa maglia.
Se analizziamo bene la storia della squadra forse però proprio di maledizione non si tratta perché quando è andato via Mancini, con il seguito di polemiche che ben si conoscono, è arrivato Mourinho e ha rilanciato la squadra. Quando è andato via Ibhraimovic con il quale l’Inter ha vinto tutto in Italia ma nulla in Europa, è arrivato Milito, Pandev e Sneider.
Chi arriverà questa volta a suon di barili di petrolio?
Al di là comunque del “tifo contro” che è legittimo alla fine la vittoria dell’Inter porta una coppa in Italia, porta in vetta una città italiana (Milano) come città più vincente d’Europa, assicura alle italiane quattro posti in Champion’s League.
Le lacrime di Mourinho lo riportano ad una dimensione umana, forse sono un’ulteriore colata di cemento armato sul suo monumentale ego o un segno che la tensione, anche se fa finta di nulla, logora anche lui. Ora tutti si affannano a dire che il calcio italiano perderà qualcosa con la sua partenza, forse sarebbe anche bene riconoscere i meriti, salutare, e riacquistare un po’ di dignità sportiva, pensare che il nostro campionato debba aggrapparsi alla barba incolta del portoghese per avere voce in capitolo è un po’ troppo.
Solo un particolare infine, che fa sorridere, anche nella vittoria della tanto agognata coppa Materazzi è riuscito a citare la Juventus con una t-shirt che definire infantile è poco, deve essere per lui una vera ossessione!
I guastafeste
Alex Varri (collaboratore)