Il lungo addio di Massimo Moratti

comicMassimo se ne va sul serio stavolta, e lo fa a modo suo. Non lo vedremo più a fianco di col bavero alzato, che sbuffa e si contorce ad un gol subito dalla sua amata . Non vedremo più la sua dentatura equina smascellarsi nelle consuete interviste genuflesse all’uscita della saras. Erik , il tycoon indonesiano, dopo quasi un anno di apprendistato avrà finalmente un quadro dirigenziale tutto suo, ci si augura più serio e meno folkloristico dei vari Fassone, Ausilio e Milly Moratti, sulla cui carica di direttore artistico si è fatta ironia sul web e altrove. Branca, come sappiamo, è stato già dato in pasto ai maiali dopo l’infausta trattativa Vucinic-Guarin, pagando colpe non sue, ma piuttosto un curriculum tutt’altro che esaltante.
Chi imputa alla risposta stizzita di Mazzarri le dimissioni di Moratti oltre ad essere ingenuo non fa fare una bella figura all’ex presidente onorario, per quanto il timing dichiarazioni/dimissioni siano una ipotesi succosa che può solleticare giusto un Adam Kadmon sotto acidi.
La realtà è che Moratti è si permaloso ma non così tanto, e che sopratutto a fare breccia ed a scavare il solco tra lui e la cordata di indonesiani rampanti sono state le dichiarazioni di Michael , che al fianco del presidente Erik Thoir di fatto addossava le responsabilità del cospicuo passivo di bilancio (oltre 100 milioni di euro, una voragine in tempi di fair play finanziario) alla precedente gestione, ammonendo che in futuro non potranno più essere ripetuti simili errori, pena la sopravvivenza del club.
Il punto economico è quello dolente e sanguinoso. Inghilterra, Spagna e Germania hanno superato l’Italia in fatto di ricavi e di sostenibilità del business, ed a questo quadro desolante che però rende bene il contesto e le difficoltà in cui l’inter dovrà muoversi nel futuro, a cui vanno aggiunte le indiscrezioni di Marco Bellinazzo del sole24 che parla del sostenuto da Erik Thoir di 230 milioni di euro, che strangola l’Inter per i prossimi quattro anni(12 milioni l’anno da versare più 46 da accantonare), e che di fatto libera Massimo Moratti dalle garanzie connesse al debito bancario.
Ed è questo il passaggio chiave che spiega davvero l’addio di Moratti, altro che Mazzarri.
E ora Massimo va e insegna agli angeli come vincere uno scudetto arrivando terzo.

Martin Sileno (redattore)

Martin Sileno

collaudatore di illusioni, menefreghista e blogger

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