Fare la recensione di un libro di Filippo Facci che parla di Di Pietro è meno facile di quanto uno possa pensare. Avendo presente entrambi i personaggi e la antipatia reciproca sfociata spesso in querele, chi compra il libro potrebbe aspettarsi una caterva di insulti e nemmeno troppo velati. Quello che invece traspare dal libro è un Facci che svela un di Pietro poco noto, partendo dagli studi in seminario, passando per la famosa laurea lampo in giurisprudenza arrivando fino alla storia più recente, con L’Italia di Valori ormai diventato un partito con percentuali non certo disprezzabili.
Chiunque sia abituato ai corrosivi e spesso poco moderati commenti di Facci riguardo a Travaglio o lo stesso Di Pietro, potrebbe pensare ad un libro scritto col freno a mano tirato, ma l’impressione che si ottiene alla fine è opposta. Facci si affida alla forza dei fatti (non risulta nessuna querela di Di Pietro relativa a ciò che è stato scritto nel libro) e all’ironia per dipingere un ritratto di un arci italiano come pochi ce ne sono stati nelle vicende politiche italiane.
Facci è probabilmente il dipietrologo più informato, avendo seguito il soggetto di questa biografia fin dai primi anni Novanta, quando ancora ragazzo Facci lavorava da semiclandestino nella redazione dell’ Avanti!. E’ anche la storia di Mani Pulite vista attraverso gli occhi di un giovane giornalista schivato dai suoi stessi colleghi per le sue posizioni fortemente critiche a ciò che successe in quegli anni.
E’ un libro consigliato a tutti coloro che vogliono conoscere meglio un personaggio come di Pietro, di cui tanto si parla ma del quale poco si conosce, nonchè uno spaccato di un periodo storico che ha cambiato l’Italia, nel bene o nel male.