La cosa pare grave ma non ancora seria. Mi riferisco al caos creato per la mancata iscrizione alle liste della Polverini e di Formigoni. Dopo i primi mugugni e lo stupore nel constatare con quanta leggerezza il Pdl si sia approcciato alla questione, è impossibile evitare di fare qualche riflessione, cercando magari di andare al di là degli steccati politici.
Le prime reazioni sono state di stupore appunto. Il partito azienda è probabilmente rimasto vittima della sua pachidermica struttura, inceppata dal classico granellino di sabbia capace di fermare la gioiosa macchina da voti. Che ciò sia dovuto a mancanza di entusiasmo per la causa, ad una lotta tra faide di berlusconiani e finiani, o che sia frutto della puntigliosa battaglia per la “legalità” dei radicali, impegnati a cercare codici e cavilli da autentici azzeccagarbugli della politica, poco cambia. Oppure, e questa è l’ipotesi più fantasiosa, un eccesso di zelo da parte della magistratura, in questo caso cinica ed un tantino bara come il destino.
Sia come sia, per un vizio di forma si rischia di privare ad una fetta consistente di elettori, giustificando questa operazione come una battaglia di legalità. Pur non dipingendo i quadri foschi fatti questa mattina da Giampaolo Pansa, il quale prevede tensioni e scontri di piazza se questa decisione venisse confermata, e nemmeno sposando il termine golpe come fatto dal blogger Mario Adinolfi in questo interessante post, c’è il rischio davvero che per scavalcare una legge spesso illogica e applicata senza il necessario buon senso, si rischi di creare dal nulla un pasticciato decreto per superare l’empasse.
L’Italia e gli elettori si meritano di meglio
non ci saranno scontri di piazza, almeno stando alla definizione di “partito azienda” usata nell’articolo e che
lascia intendere quali siano gli elettori del medesimo. Sono perplesso per due motivi circa l’accaduto, ovvero il partito azienda e aggiungo invisibile (la classica maggioranza silenziosa di cui poc’anzi) si è fuso con una
struttura avvezza alla politica e presente capillarmente sul territorio: AN. Pertanto mi suona un tantino strano che costoro non abbiano approntato nei termini e modi la presentazione delle liste. Come mi suona strana l’acredine radicale, una volta alleata con tale compagine “pasticciona”, loro i paladini dei diritti si vedono in prima fila per negarne ad una moltitudine per dei vizi di forma che vengono “rasi al suolo” da uno dei pochi
filosofi in circolazione e “maestro di pensiero” aggiungo che risponde al nome di Massimo Cacciari, sponda
PD o similari, il quale asserisce senza ombra di dubbio “che una competizione senza il maggior competitor
non avrebeb alcun senso”. Dicevo che è un filosofo e alla bisogna invece sfodera del sano buon senso
senza tante alchimie dialettiche proprie della filosofia … quel buonsenso che sembra mancare in maniera
grottesca in questo momento a gran parte dei Soloni della politica ..
Appena un cenno a certi titoli di magistrati che carezzano liste e ne randellano altre … sarebbe troppo brutta
la cosa, non voglio crederci, anche se per sicurezza mi preparo a farlo 😉