Chi come Bersani, in seno al centrosinistra, gongola nell’assistere all’alterco fra Berlusconi e Fini forse dovrebbe riflettere su un dato che ormai è incontrovertibile: il presidente della Camera Gianfranco Fini pian piano sta diventando a pieno titolo il capo dell’opposizione.
Il piccolo particolare è che Fini è nel PDL, fino a prova contraria e fino al momento in cui sto scrivendo queste righe.
Il PDL quindi fa tutto, maggioranza e opposizione e quest’ultima meglio di Bersani e persino di Tonino Di Pietro.
La prova del nove è l’immensa popolarità e consenso che gode l’ex leader di AN tra i sostenitori del centrosinistra.
C’è poco da rallegrarsi quindi perché il rischio concreto è che gli indecisi o i tiepidi nei confronti del Cavaliere siano calamitati non tanto dalla sinistra, come sarebbe lecito attendersi, ma da una costola della destra.
Fini poi ha un potere non trascurabile, ovvero quello di dividere sia il centrodestra che il centrosinistra, peccato però che dal punto di vista elettorale le sue posizioni siano difficilmente spendibili, perlomeno a destra, a meno che il bacino non diventi un altro e allora per il PD saranno dolori.
Quando scompare l’opposizione
symbel (redattore)