Prima d’iniziare vorrei correggere il titolo che ho dato a questo articolo, come un ubriaco che si pente d’aver bevuto l’ultimo bicchiere che gli è stato fatale. Questi miei non sono auguri sentiti, dato che, nulla di più o meno stupido c’è nel celebrare la nascita di qualcuno, non nato per giunta in questo giorno. Ma purtroppo, non ho possibilità di cambiare (ahimè) la nostra cultura bimillenaria. Mi accontenterò di dissentire da questa festa, fatta di comparse. Qua mi preme una precisazione: le comparse, almeno una volta appaiono, e direi, purtroppo. Se noi (italiani di cultura cristiana) ci soffermassimo per un momento su questa questione, potremo avere uno shock. Crediamo in Dio poiché egli non c’è. Se ci fosse, chi se lo filerebbe come direbbero nel Sud. È come l’amore dei fidanzati, della perdita di un caro, il desiderio di un progetto, e come tutti i sentimenti in genere, essi sono grandi sono forti quando sono tenuti dentro, una volta espressi avvizziscono. E in queste feste, io, come un laico qualunque, vedo troppi falsi buonismi. Questi giorni prospettano per tutti giorni felici. Ha promesso un 2010 di prosperità e di pace B, annunciando che, pure non essendo onnipotente, sta già cambiando il Paese, cosa di cui, nessuno ha percepito l’esistenza. Sagace il ragazzo, dopo 15 anni di politica attiva. E ha fornito qualche dato: come il Duce, ama “il nudo linguaggio delle cifre”. Oggi sulle colonne del suo Giornale si legge che ha raggiunto il 67% dei consensi; in clima natalizio ci può stare questo miracolo, miracolo come cosa meravigliosa (per lui e i creduloni della domenica). Ma lui anche senza tessera, si professa Messia. Molti ricorderanno quando il leader di Forza Italia resuscitò un giovanotto, tifoso del Milan, in stato comatoso, dicendogli chi era che gli stava parlando. Questo servirà alla commissione vaticana per la sua causa di beatificazione, dato che, quella di venerabile se l’è già accalappiata da vivo. Ma torniamo agli auguri di un laico. Ho l’impressione che la venuta del figlio di Dio sulla terra sia stata soprattutto un beneficio per l’associazione dei commercianti. Babbo Natale era l’apprendista stregone della religiosità, ora, ne è diventato il Deux ex Machina in concorso con la befana e gli zombie di Halloween. Ci viene ora spontaneo collocare accanto alla mangiatoia invece che il solito bue e il consueto asinello una Nintendo Wii o una cinta firmata Dolce e Gabbana. E la santità originaria della festa dove va a finire? Ora ci viene lecito supporre che i tre Re Magi anziché l’oro l’incenso e la mirra, offrissero al bambin Gesù panettoni spumanti e frutta secca, ora simboli dell’intraprendenza e dell’orgoglio natalizio: “Dona e ti sarà donato”, ripete lo slogan cristiano in curva nord: ma cosa? Ieri, da laico, ho dovuto terminare per obbligo di coscienza un articolo su Pio XII, discusso in questi giorni nella materia della sua beatificazione. Dopo aver ammirato l’azione missionaria di Papa Wojtyla, non potevo soffermarmi più sul Pacelli che sul polacco, nel giorno di Natale. E lo dico da laico. Pio XII può essere considerato l’ultimo rappresentante di una Chiesa autoritaria, dominata dalla Curia romana, di cui egli stesso era l’espressione. Di quella Chiesa che per imporsi e stare in piedi era armata di Indice e di Scomunica, di quella Chiesa che in una mano aveva la Bibbia utilizzata come Ipse Dixit, e nell’altra le varie dichiarazioni di guerra con regolare intestazione, ma il nome dell’accusato lasciato in bianco. Il vero significato della chiesa e di questi giorni deve essere quello missionario. È questo il “dona e ti sarà donato” che s’intende tra Bibbie e Vangeli. È facile dirsi cristiani solo per festeggiare e aspettare il natale e qualche chilo e sbronza in più. È più difficile esserlo tutto l’anno. È come il tifoso di una squadra di calcio che professa il proprio amore per lei solo quando vince. A questo punto penserete che io non creda in nulla, ma proprio in nulla. Invece no, vi sbagliate, io credo, credo molto alla mia laicità, ci credo tutti i giorni non solo quando essa mi fa comodo.
Gli auguri di un laico qualunque
Stefano Poma (collaboratore)
Auguri stefano x l’onomastico
Ahahah
Ovvio come certe considerazioni appena lette.. Ma anche questi miei auguri sono sentiti