Epifani invita ad un faccia a faccia Tremonti nella tana del leone alla CGIL. Con una platea di cigiellini pronti ad estrarre gli artigli l’incontro prende una svolta che non ti aspetti. Complimenti e attestati di stima reciproci pur mantenendo le proprie posizioni. A noi interessa poco se i due fingevano per poi lanciarsi coltelli alle spalle o se normalmente fingono e il siparietto dell’incontro rispecchia i loro reali rapporti, d’altronde si vocifera che anche negli studi televisivi, dopo un acceso dibattito tenuto a stento dal Vespa o Vinci di turno gli avversari politici, quando cala il buio sullo studio si danno una pacca sulle spalle, si fanno i complimenti per la recitazione e vanno a mangiarsi un bel piatto di amatriciana insieme in trattoria a Trastevere. Ci interessa di più che il punto centrale dell’incontro tra i due è la riforma delle pensioni che prevederà tra le altre cose, l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne impiegate nel pubblico a 65 anni come d’altronde ci ha chiesto l’Unione Europea. Considerando che l’età media fino ad oggi della pensione in Italia per uomini e donne è 54 anni e che l’aspettattiva di vita supera abbondantemente per entrambi i 75 anni viene da chiedere se ci sia un ragionevole motivo per opporsi all’innalzamento di questo limite. Tutti subito si schierano a favore di quei poveri lavoratori che fanno lavori usuranti come se l’Italia fosse piena di minatori, lavoratori di cava o operai in fonderia. Oggi un giovane lavoratore che ha una prospettiva lavorativa di 35 anni va in pensione, secondo alcuni calcoli, con meno della metà dello stipendio attuale e nei prossimi anni il rapporto si assottiglierà. Insomma fra una quindicina di anni se le cose rimangono così pensione non ce ne sarà per nessuno. E’ ancora molto basso poi il numero di lavoratori che ricorre alla pensione integrativa e in un certo senso non si può dargli troppo torto visto che gli stipendi già bassi soffrirebbero di una rata mensile ulteriore. Positivo quindi il dialogo tra governo e CGIL per una riforma condivisa della quale c’è assoluto bisogno, certo rimane sempre la cattiva abitudine del maggior sindacato per numero di iscritti di fare il bastian contrario su tutto. Nessuno si auspica un sindacato che chini il capo ad ogni riforma nel campo del lavoro promulgata da un governo ma anche l’atteggiamento “innazitutto NO, poi ne parliamo…” non contibuisce positivamente al pubblico dibattito. L’incontro si conclude con uno scambio di battute che strappa l’applauso e le risate del pubblico. Epifani: «lui ci conosce bene perché da giovane è stato anche un collaboratore dell’ufficio fiscale della Cgil». Tremonti conferma e risponde «per essere un bravo conservatore da grandi bisogna essere stati rivoluzionari da giovani»
Guglielmo loves Giulio e la pensione?
symbel (redattore)
Il limite massimo dei 40 anni contributivi comunque rimane. Chi ha cominciato a lavorare prima dei 25 anni o comunque ha deciso di riscattare gli anni della laurea, non dovrà attendere i 65 anni per andare in pensione. Come al solito si fa baccano sul nulla o quasi.