Un vagone di quattrini

Mauro , amministratore delegato delle , in una nota a margine di un convegno a cui ha partecipato ha attaccato la sulla testa dei poveri pubblici che prendono più del capo dello stato.

Ovviamente tira l’acqua al suo mulino, facendo presente che tagliando gli i manager più capaci migreranno verso l’estero dove vengono pagati anche tre volte tanto, aprendo le porte delle grandi aziende statali a manager di minore esperienza.

In realtà la verità sta nel mezzo: evitare stipendi monstre elargiti dal pubblico è un’atto di rispetto nei confronti dei tanti italiani che a stento arrivano a fine mese, anche se è vero che in teoria potrebbe esserci un’impoverimento qualitativo nei ruoli dirigenziali delle aziende controllate dallo stato.

Il problema è che il gioco comunque vale la candela,dato che le grosse industrie nostrane vivono sempre più di finanza, e meno di industria, manca un modus operandi votato all’efficienza e alla qualità e non al clientelismo.

Paradossalmente esportando manager, forse potremmo rischiare che si affacci qualche nome nuovo, con qualche idea più moderna, mandando in pensione i soliti nomi piazzati dalla politica, magari anche di provenienza estera.

Poi se il manager è bravo, non avrà problemi a trovare una sistemazione di pari rango , e stipendio, ma sarebbe d’uopo che a pagare sia un’azienda privata, dove se i risultati non ci sono si rischia seriamente la poltrona, e non lo stato, dove chi sbaglia rischia pure di meritarsi una promozione…

 

Brian Boitano (redattore)

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