Sono tornato di recente da un weekend in una citta forse poco turistica, ma non per questo interessante.
E se in Italia quasi sempre l’interesse per una località è per la sua storia passata (l’impero romano, il medioevo ad esempio) , questa località è interessante per la sua storia recente, diciamo dell’ultimo secolo.
Parlo di Trieste, una citta protagonista di entrambi i conflitti mondiali, che ha subito le attrocità della guerra piu di ogni altra parte d’Italia.
Città che ha cambiato bandiere spesso nell’ultimo secolo , ma sempre particolarmente legata all’Italia fin dai tempi dell’impero austro-ungarico, tanto da diventare centro dell’irridentismo, movimento che porto’ sotto la spinta della borghesia locale, la Venezia Giulia a diventare parte dell’Italia, a cui era fortemente legata per questioni economiche.
Questo cambiare di bandiere ha creato in passato tanti problemi di tipo etnico, tra le comunità italiane e slave (la Venezia Giulia dista pochi chilometri dall’attuale confine sloveno) ed è stata in passato oggetto di contese territoriali per via dell’estrema importanza strategica del suo porto.
E questo ha fatto si che nel spazio di pochi chilometri si perpetrassero due delle peggori attrocità per il genere umano.
Infatti nel territorio triestino, a distanza di pochi chilometri, troviamo l’unico campo di concentramento italiano, la Risiera di San Sabba, ma anche la Foiba di Basovizza, la prima vergogna dei regimi totalitari di destra e la seconda di quelli comunisti.
Purtoppo anche in Italia, abbiamo avuto un campo di concentramento, gestito dalle SS, che di fatto comandavano in Venezia Giulia, dove le categorie discriminate, ebrei in primis, venivano reclusi e cremati, la Risiera di San Sabba, ex stabilimento per la pelatura del riso, trasformato in un tetro complesso di anguste celle e forno crematoio, e ora sede di un centro di documentazione importante sui campi di concentamento.
Meno si sa invece della foiba di Baisovizza, piccolo paese montano a pochi chilometri da Trieste, custode di un’altettanto crudele violenza al genere umano.
Le foibe sono delle insenature nella roccia, profonde centinaia di metri, molto comuni nella regione carsica, usate spesso per via della profondita per far sparire un po di tutto: dai rifiuti, ai residuati bellici della prima guerra mondiale, alle persone.
Infatti nei frangenti della fine della seconda guerra mondiale, il territorio triestino per via del suo porto fini’ spartito tra alleati, intenzionati a non lasciare lo sbocco a mare ai tedeschi, e il regime comunista della vicina Jugoslavia di Tito.
Il regime di Tito , sostenuto dai comunisti italiani, e dal loro leader Togliatti, interessato piu alla creazione di un nuovo regime comunista che al destino dei propri “compagni” giuliani, pero’ era forte di un sentimento anti italiano, opposto a quello irridentista e anti-slavo degli italiani, che fece si una volta impossesato dei territori , che si processarono sommariamente e che vennero fatti sparire migliaia di italiani, nelle foibe perlappunto, che si erano opposti (dai fascisti in primis ai vari movimenti di liberazione nazionale) al nuovo regime jugoslavo.
Territorio di ingiuste e vergognose morti, da parte di entrambi i regimi che devono far riflettere, quanto bipartisan puo essere la stupidità umana, cosa che avviene giocoforza quando si varcano le soglie dei due monumenti nazionali (Risiera di San Sabba e Foiba di Baisovizza), e dei loro interessantissimi centri di documentazione.
Documentazione che si ritrova anche al museo del centro di cultura ebraica, ricco di materiale, per via della presenza, a Trieste, di una delle piu imponenti comunità ebraiche presente nel territorio italiano in epoca pre-fascista.
E le targhe di commemorazione alla Risiera e alla foiba di Baisovizza, a cui si aggiungono quelle dei caduti della prima guerra mondiale, alle pendici del castello di San Giusto, fanno pensare quanto di brutto e di sbagliato una guerra puo fare.
Riflessione che lascia poco tempo alla scoperta di altre caratteristiche della citta, che ha ospitato illustri scrittori come James Joyce, Italo Svevo o Umberto Saba, del suo passato romano (Tergeste), o di quello asburgico, dei suoi castelli,di cui uno residenza di Amedeo d’Aosta, del suo mare o dei suoi magnifici dintorni ai confini con la Slovenia, dove si trova, oltre a stupendi percorsi naturalistici e panorami, una delle piu grandi grotte del mondo.