Anche chi è abituato al bel mare non può rimanere indifferente di fronte all’arcipelago de La Maddalena. Appena giunti al porto di Palau ci troviamo di fronte l’isola principale, la vicina Isola di Santo Stefano (disabitata a parte un villaggio turistico) ed un tratto di mare attraversato da tanti traghetti, gommoni e yacht che fanno avanti e indietro. I collegamenti sono frequenti, uno ogni mezzora circa e si può scegliere tra varie compagnie navali. Appena sbarcati sull’isola si è colpiti dalla vitalità estiva della cittadina, l’unica in questo lembo di terra. Tanti ristoranti, negozietti di chincaglierie e turisti a non finire. Ovviamente prima di tuffarsi nel caotico traffico non si può non esser tentati dal farsi un tour isolano. La strada principale, ben asfaltata, si snoda in circolo mostrandoci tante calette dalle più affollate a quelle più riservate. Qualche volta si sale per scavalcare le basse montagnole, e scollinando il panorama ci regala stupendi squarci di mare cristallino. Che invidia per i tanti ciclisti che affrontano questi impegnativi saliscendi. Un paio di strade tagliano l’isola in due passando per l’interno, dove si può trovare giusto qualche villetta e nient’altro. Dall’altra parte dell’isola, a rimarcar la vicinanza con le Bocche di Bonifacio, Vodafone Italia cede il passo a Vodafone France con annessi e connessi. Girando in senso antiorario poco dopo l’uscita dalla città si trova una frazione chiamata La Moneta, che dà il nome al piccolo ponticello in legno che ci porta all’isola di Caprera, tanto amata dall’eroe dei due mondi. Il ponte a doppio senso è largo quanto un’automobile, quindi bisogna attendere pazientemente il proprio turno. Consiglio di dare un’occhiata agli orari di chiusura. Caprera è molto diversa dall’isola sorella. E’ aspra e montuosa, ricca di pinete e scogliere, con piccole calette lungo tutta la frastagliata costa. E’ praticamente disabitata se si eccettua il piccolissimo borgo dei pescatori di Stagnali. Vista la forma allungata, le strade non corrono in circolo ma longitudinalmente. Quando si arriva alla punta dell’isola si deve tornare indietro, con non pochi grattacapi soprattutto quando la strada (nei tratti finali) si fa sterrata. La parte dell’isola che dà all’esterno, sul Tirreno, è praticamente inaccessibile se non si vuol fare un bel po’ di trekking. Di notevole interesse culturale la Casa di Garibaldi, diventata museo nazionale. Certo che il nostro eroe ha avuto del fegato a viver nel diciannovesimo secolo in quest’isola sperduta. Il trovarsi in un lembo di terra disabitato, attorniato da un mare così imprevedibile, esposto alle intemperie, col calar delle ombre che presto s’infittiscono tra la boscaglia e con la coscienza di quell’unico piccolo ponticello in legno (la cui prima versione fu costruita proprio da Giuseppe) che con l’orario di chiusura ti isola dal mondo circostante… ancor oggi dà una strana sensazione di claustrofobia. Risveglia quegli ancestrali timori che risalgono ai nostri primordi, e passare una notte a Caprera magari da soli potrebbe essere una bella sfida al proprio sistema nervoso. Tornando alla civiltà, sull’isola de La Maddalena ci sono due camping (vi avverto, molto spartani) e tante strutture ricettive, occasioni di riposo e di divertimento (la notte è molto viva con spettacoli quasi ogni sera nel lungomare fronte al porto). Inoltre è possibile affittare gommoni o affidarsi ai tour organizzati per visitare tutte le isolette vicine. Da segnalare anche il giro in quad a Caprera, che mi propongo di fare la prossima volta che capito da quelle parti. Insomma un’ottima location dove passare tre-quattro giorni di vacanza al mare.
La Maddalena e Caprera
Rudy Basilico Turturro (redattore)