Con quella faccia un po’ così, con quell’accento un po’ così, Giulio Tremonti potrebbe essere un nostro ex compagno di scuola secchione. Sempre al primo banco, pettinatura alla Clark Kent versione giornalista giollone, rigorosamente quattrocchi, mai invitato alle feste, morto di fica, insomma pura tappezzeria come la cartina geopolitica d’Italia appesa alle pareti. Questi figuri hanno solo due valvole di sfogo, lo studio e le lunghe fughe solitarie in bagno sfogliando TeleTutto. Poi come per magia passano trent’anni, ti svegli di giovedì alle 6.30 del mattino con barba ispida e la pancia tesa come un otre a causa delle troppe birre guardando la Champions League, e mentre giri svogliatamente col cucchiaino un caffèlatte ormai tiepido butti un occhio cisposo alle breaking news di Canale 5 e te li ritrovi lì che vogliono fare i vice-premier. La querelle che sta scuotendo la maggioranza in questi giorni sembra una delle tante bizzarre storielle di Esopo e potrebbe suonare più o meno così: il Presidente ed il Tecnico. L’Italia va pazza per le parole strane, e la C e la N accostate hanno quell’impatto onomatopeico che ricorda un ramo spezzato. TeCNico. AraCNide. Sì, fa pensare a qualcosa di articolato, come le otto zampette segmentate di un ragno. E ad un tecnico è difficile opporsi, è un distintivo che presuppone troppo studio, troppo TeleTutto, troppe argomentazioni di cui ci si capisce appena il 5%. Anche il Presidente canzoniere di crociera si è dovuto scontrare con il niet del tecnico Tremonti, e noi elettori non-tecnici non sappiamo che pesci pigliare. Le tesi sul tavolo sono due. Da una parte Giulietto è da un po’ di tempo che prova a farci intendere che il Bilancio dello Stato non è solido, che il debito pubblico stritola noi e soprattutto le generazioni a venire, che siamo un Paese a medio rischio (di bancarotta). Dall’altra il Mare Magnum dove nuota Berlusconi ed i suoi pescetti ci fa intendere che questo è il momento di giocare l’azzardo ed allargare i cordoni della borsa per acciuffare quella fragile ripresa economica tanto invocata e sospirata. Via l’IRAP, come vorrebbe la Marcegaglia; meno tasse sul lavoro come vorrebbero i sindacati. Con il retropensiero che mosse del genere siano frutto di propaganda in vista di una nuova stagione elettorale piuttosto che una ponderata scelta compatibile con le finanze dello Stato. Tremonti, spalleggiato dalla Lega, non ottiene il ruolo di vicepremier (ovvero di badante dello spendaccione Berlusconi) ma comunque mantiene un ruolo di forza nell’esecutivo. E noi comuni mortali continuiamo a girare il caffèlatte, più presi (a torto o a ragione?) dalla vicenda dei travoni di Marrazzo piuttosto che dal nostro Ministro dell’Economia che ci avverte come un Giacobbo qualsiasi che l’Italia potrebbe davvero vivere un 2012 apocalittico.
Il Presidente ed il Tecnico
Rudy Basilico Turturro (redattore)
Ottimo articolo 😉