Ma non dovevamo vederci più?

Ci eravamo lasciati con il risultato delle consultazioni tra gli iscritti ai circoli del che ha dato come responso la netta affermazione di Pier Luigi . Nel frattempo Giuliano Ferrara dalle pagine del Foglio ha fatto il suo endorsment a favore di

“E’ augurabile che nel Pd vinca Bersani. È una persona seria, non ha inclinazioni lunatiche, non gli verrebbe mai in mente di andare a giurare sulla Costituzione nelle mani di suo padre su un marciapiede (ciò che ha fatto, preso da entusiasmo, il suo rivale). Bersani è ciellino ma non cattolico, e in questo c’è una sfumatura allegra di cinismo e di realismo intrecciati”

e la pasionaria Rosy ha affermato con forza che il problema della doppia consultazione iscritti/elettori non si pone perché senza dubbio vincerà Bersani anche alle .
La partita però ora si sposta ufficialmente sul campo delle primarie e i tre candidati alla guida del partito in questi giorni si sono riuniti con i delegati per iniziare la volata finale, presentando ognuno il proprio discorso programmatico e le proprie intenzioni.
Un discorso diverso dai comizi da campagna elettorale perché non si tratta di conquistare il voto degli indecisi ma di attirare le simpatie della base a proprio favore a discapito di un “compagno”.
E così mentre Bersani nel suo appello si muove sul piano della sicurezza e solidità, Franceschini fa il colpo di teatro e attacca D’Alema.
Una tecnica mutuata dall’avversario-nemico-uomonero-ominicchio Berlusconi. Cita solo brevemente Bersani e si concentra su D’Alema, il manovratore oscuro, il pupazzaro del PD.
Una scelta coraggiosa che viene premiata dagli applausi scroscianti degli astanti, a dire il vero sapientemente inseriti dalle varie . Sì perché il consenso si gioca la sua partita fondamentale tra le che riescono a fidelizzare più clac.
Ancora una volta D’Alema, l’uomo del centrosinistra ancora determinante pur non ricoprendo nessun ruolo chiave ufficialmente. D’Alema dietro Bersani, a caldeggiare la sua candidatura, a soffiare nelle sue vele e D’Alema destinatario implicito degli strali di Franceschini.
Ci fu un periodo in cui il baffetto principe della querela sembrava fuori dai giochi, a masturbarsi il cervelletto con la sua fondazione, a sbufacchiare e sputar veleno tra intellettuali e convegni in giro per il mondo dove tutti dormono e le più attente sono le bottiglie di acqua minerale che ti mettono sul tavolo dei relatori.
Franceschini punta molto sull’antiberlusconismo alla faccia delle urticanti parole di qualche settimana fa del baffetto sarcastico che aveva prefigurato foschi scenari per chi si intestardisse su questa strada.
Per ora ha avuto ragione lo sbarbatello ex democristiano, per ora, e quindi i giochi sono nuovamente aperti con una Rosy Bindi, dice chi c’era, attonita e un D’Alema dalla mimica facciale congelata.
Potremmo dire che il nuovo asse del francheschinismo è l’antiberluscondalemismo o, se dovete scriverlo in un sms e volete accorciare antibicameralismo.
Ignazio ? Beh, comincia a non crederci più nemmeno lui forse, potrebbe dire qualunque cosa ma la sua cifra è la novità e su questo si gioca tutto il possibile senza dimenticare il suo leitmotiv, la laicità dello stato.
Moschebianche continuerà a seguire il cammino dei tre candidati fino alla nomina del segretario che verrà fuori dalle urne dei circoli delle primarie.
Voglia di farsi del male? Terapia d’urto per creare gli anticorpi?
No, perché il futuro di un paese democratico si fonda sull’efficacia di un’opposizione legittimata e con delle idee che vadano oltre la demonizazzione dell’avversario. Ci sono riforme grosse da fare e la maggior parte di queste andrebbero fatte di concerto tra maggioranza e opposizione.
Dopo Liga-Giova-Pelù il terzetto diventa Bersa-France-Marì e come i primi anche loro devono cantare una strofa a testa, in coro, all’unisono, non si amalgamano.

symbel (redattore)

Ti potrebbe interessare anche...

1 Risposta

  1. MisterSil scrive:

    Diciamolo forte e chiaro. Gli ex democristiani di sinistra alla Franceschini sono mille volte peggio degli ex comunisti del Pci. Si portano dietro il fanatismo ideologico delle due chiese senza avere le qualità, che pure non mancavano, nei due vecchi partiti.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Leggi articolo precedente:
Italo-a-San-Marina-Novella-Firenze.jpg
Un treno di polemiche

Ormai lo scontro sulle unioni civili non lo si fa più nelle aule del parlamento , ne è una prova...

Chiudi