
Emma Bonino in barca
Tutti i partiti si stanno distinguendo per scelte strategiche e umane scellerate, a conferma di come la confusione regni sovrana e il povero elettore non sappia più come muoversi.
Ma andiamo con ordine.
Il Pdl, con un Berlusconi post-aggressione nuovamente in forma, ha candidato, come sappiamo, Renata Polverini alla presidenza della Regione Lazio ma, dalle ultime notizie, sembra che varie fronde interne al partito stiano segando le gambe della sedia alla sindacalista gradita a Fini.
Messo da parte Galan in Veneto, Berlusconi ha dato fiducia a Brunetta per la corsa a sindaco di Venezia e alla Carfagna per un posto nel consiglio regionale campano, dimenticando che i due, sedendo già in consiglio dei Ministri, si troverebbero a sostenere il doppio incarico (entrambi infatti non hanno alcuna intenzione di lasciare la poltrona romana), cosa che crea qualche mal di pancia in seno agli elettori berlusconiani.
Il colpo di scena arriva però dalla Basilicata, alla cui presidenza è stato candidato, udite udite, Magdi Allam, l’ex vicedirettore del Corriere della Sera, recentemente convertitosi al Cristianesimo e attualmente eurodeputato dell’UDC: come possa essere stato scelto un egiziano che sta a Bruxelles per la massima carica lucana nessuno lo sa….
In Puglia il centrodestra sta pensando a due volti noti del TG1: Attilio Romita e Francesco Giorgino, i quali andrebbero a ingrassare le orde di ex giornalisti prestati alla politica e di cui, dopo il caso Marrazzo, non sentiamo di certo il bisogno.
Il PD sta in acqua ben peggiori.
Nel Lazio, il secondo partito d’Italia, non trovando la disponibilità di Zingaretti, si è trovato costretto a seguire il carrozzone Bonino, con il risultato di ottenere la diaspora di numerosi cattolici, poco propensi a votare la leader radicale.
A proposito dei Radicali, il partito di Pannella ha candidato anche il re dei film erotici Tinto Brass, il quale, a 76 anni, ha evidentemente scoperto un’improvvisa passione per qualcos’altro, ovvero la politica.
La partita più importante si gioca però in Puglia dove il caos regna sovrano: il PD aveva scelto di non riconfermare la fiducia, dopo i recenti scandali giudiziari, a Nichi Vendola e di candidare l’attuale sindaco di Bari, Emiliano, che, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di lasciare la carica di primo cittadino.
Vendola non ha compiuto il fatidico passo indietro e anzi, si è ricandidato, scatenando il caos nel PD che, a quel punto, per non perdere il sostegno dell’UDC, assolutamente contrario a sostenere un comunista, ha contrapposto a Vendola l’attuale segretario del PD pugliese, tale Boccia, che contro il comunista-omosessuale-cattolico con l’orecchino aveva già perso le primarie 5 anni prima.
Per completare l’opera i due candidati hanno ben pensato, l’altra sera, di portare sul palco della propria campagna elettorale due campionissimi del pensiero filosofico-politico come Riccardo Scamarcio e Franco Califano.
E i centristi che fanno?
Rutelli ha fondato un nuovo partito raccattando scontenti del Pd e dell’UDC mentre Casini stringe alleanze ora con l’uno, ora con l’altro, arrivando al paradosso di trovarsi all’opposizione a livello nazionale ma nella maggioranza in molte realtà regionali e locali.
E così, nel mentre che assistiamo alla riabilitazione di Craxi e allo scandalo “sexy-tangentistico” che ha coinvolto il neo-sindaco di Bologna Delbono, io mi chiedo se in questo Paese andare a votare abbia ancora un senso e non sia, invece, il nostro timbro sulla presa di coscienza del ridicolo in cui viviamo.
Serpico (collaboratore)