Dai paesi islamici ogni giorno arriva qualche notizia dove a farla da padrone sono le intolleranze per delle cose che in occidente sono la normale banalità.
Il caso di questi giorni è quello che vede protagonista la giornalista del giornale di sinistra Al Sahafa e collaboratrice delle nazione unite Lobna Ahmed Al Hoseini, che è stata fermata dalla polizia di Khartoum perchè indossava un paio di jeans, che per la legge sudanese evidentemente sono ritenuti poco consoni.
Certamente lei non è furba, perche si sa che azioni del genere non fanno altro che provocare della gente poco avezza al dialogo, tantopiu che ha rinunciato all’immunita che gli spetta in quanto dipendente delle nazioni unite, e infatti è sotto processo e rischia 40 frustate in pubblico.
Che lo abbia fatto perche masochista o per protesta, resta il fatto che in Sudan tanto bene non si sta. Tant’è che in seguito al processo ci sono state proteste di piazza da parte di alcune donne sudanesi, disperse coi gas lacrimogeni.
La giornalista ha dichiarato di voler fare di tutto per abrogare una legge ingiusta, quella sull’abbigliamento “indecente” , anche se probabilmente l’unica cosa che otterrà saranno solo frustate.
Frustate meritatissime a mio parere. Chi è ospite in un paese straniero deve rispettare le leggi, gli usi e i costumi di quel paese per quanto possano essere giudicati ingiusti. Poiché la signora era consapevole di ciò a cui andava incontro ben vengano le frustate.
il problema è che lei era a casa sua non in un paese straniero!
oops avevo dato per scontato che fosse straniera, in questo caso cambia tutto.