La Cassazione ha deciso, giustamente, che i diversamente abili che parcheggiano sulle strisce blu sono tenuti a pagare il ticket del parcheggio come qualsiasi altro automobilista anche se le apposite aree gialle sono già occupate da altri. Una decisione dalla logica cristallina, ma che desta qualche stupore e si ritaglia spazio sui media visto l’imperante politically correct che attanaglia certi argomenti a volte a torto. In questo caso si aveva una discriminazione al contrario, che opportunamente è stata rimossa. Ed alzi la mano chi è contento che da un giorno all’altro compaia sotto casa un parcheggio giallo. Persino il più filantropo avrà comunque il retro pensiero “adesso avrò un posto in meno a disposizione per parcheggiare”, anche considerando la proliferazione delle automobili ed il fatto che a parcheggiare a tre isolati da casa ci si può già ritenere fortunati. Poi diciamola tutta, i furbacchioni non hanno distinzioni d’abilità e se ne incontrano spesso anche tra gli handicappati ed i loro parenti. Quelle strisce gialle diventano un Lodo Parcheggio, e ci viene parcheggiata non solo l’auto con regolare bollino ma anche il parco macchine dell’intero parentado dal primo al sesto grado alle volte anche a due a due l’importante che almeno una ruota o la sua ombra tocchi la striscia gialla. A fronte di questo palese abuso, in genere l’handicappato furbacchione è anche molto arrogante e quindi se si osa occupare lo spazio riservato anche per soli due minuti, giusto il tempo di scaricare la spesa prima di partire per la Tanzania alla ricerca di un posticino dove mollare la quattroruote, il tizio (che magari ha un 0,2% di invalidità ma qualche amico in Municipio) esce sbraitando col telefonino in mano minacciando di chiamare i vigili se non si sbologna in fretta. E così quando questi figuri cambiano casa, si stappa lo spumante. Lazzaro alzati e cammina, e porta via con te la vernice gialla.
Invalido sì, ma gobbo no
Rudy Basilico Turturro (redattore)
giusto così
Nel caso della sentenza è giusto che l’handicappato sulle strisce blue paghi. Nel caso dei parcheggi sotto casa bisogna cominciare a chiamare le forze dell’ordine quando si sgamano abusi di parenti o la presenza di due auto in un posto. Anche perché mi pare che i parcheggi, quelli sotto casa, sono abbinati ad una sola targa e l’auto deve avere il tesserino esposto.
Hai ragione, e come s’intuisce quel che ho scritto si rifà ad esperienze personali. Non c’entra nulla, ma registro anche il proliferare dei “quadrati giallo-neri” dalla parte opposta ai cancelli di giardini e garage. Cosa mai esistita prima, e le macchine sono sempre tranquillamente entrate nel loro alloggiamento. Ha cominciato uno, e per imitazione o dispetto o invidia adesso la mia via è diventata una scacchiera e da Google Maps deve assomigliare alla vespa che ha punto Cannavaro. Ed io per parcheggiare tra un po’ vado al Poetto.