Prendo spunto da un’intervista a Layla Pavone sul Corriere.it per alcune considerazioni sul tema della libertà dei contenuti sul web. Che ci sia un correntone che voglia sferrare un attacco a internet come sistema massivo di fruizione di contenuti free mi pare evidente. Il nuovo fronte potrebbe aprirsi riguardo la possibilità di informarsi gratuitamente grazie alle versioni online dei tradizionali giornali. Il business langue, si dice. Bisogna trovare nuovi introiti (news a pagamento) e un efficace sistema di protezione del copyright.
Penso che gli editori farebbero bene a studiare (e magari capire) meglio il fenomeno web. Cercare di cavarne soldi imbrigliandolo dimostra la pochezza di idee che circolano, vuol dire non sfruttare le enormi potenzialità del mezzo ma semplicemente cercare di piegarlo alle proprie necessità. E’ il progetto imprenditoriale che deve basarsi sulla Rete, e non viceversa. E le possibilità sono infinite come sottolinea la stessa Layla, basta ingegnarsi.
Invece sembra che l’unica idea brillantissima dei capoccia dell’editoria sia volerci rifilare posate e chincaglierie brandizzate in allegato alla Gazzetta dello Sport…
secondo me la gente sarebbe disposta a pagare per leggere le notizie di mosche bianche. Crediamoci.