Brava gente

Siamo alla repressione. O no?

Siamo alla . O no?

La parola è sempre quella: repressione. Diretta conseguenza del regime che l’Italia si è autoimposta scegliendo il centrodestra al governo. Ma con tutta la buona volontà mi vien davvero difficile esser solidale con chi si incappuccia, chi tira fuori spranghe, mazze, piccozze, fumogeni, caschi e scudi in plexiglass da un cassonetto.

Certo, saranno una minoranza (mi si dice). Ne convengo. Una minoranza ben cammuffata, che si mimettizza nella massa e se ne fa scudo. Ma chi sta usando chi?

Un dubbio legittimo. L’ vorrebbe l’immediato rilascio dei 21 fermati per i fatti di Torino. Poi vado a leggere sul filogovernativo La Repubblica (link all’articolo) il curriculum di alcuni di questi signori, e mi stranisco. Ma di che stiamo parlando?

Ora un po’ di dietrologia. Perché proprio adesso dopo “ben” un mese e mezzo dall’accaduto? La risposta sta nel <<pericolo di reiterazione dei reati, anche in vista dell’imminente apertura dei lavori del dell’Aquila>>. Tutta fuffa? Il signor E.G. era già nel capoluogo abruzzese. Per turismo? Con intenzioni pacifiche? La buonafede è presunta, ma a pensar male spesso s’azzecca.

Nessuno nega il diritto a manifestare. Ma non in quel modo, mi spiace. Così si svilisce la protesta ed il dissenso, facendo ripiombare l’Italia nel periodo più buio dal dopoguerra in avanti.

Sulla legittimità dell’occupazione degli Atenei pubblici, finanziati prima come studente ed ora come contribuente, non voglio dire. Sarà argomento, magari, di un altro post. Ma non è detto.

Rudy Basilico Turturro (redattore)

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2 Risposte

  1. symbel scrive:

    La foto a corredo dell’articolo sembra la sala di un call center Tiscali.

  2. Nito scrive:

    esagerato Simo..io ci ho lavorato..e non era cosi’! :)
    anzi..c’era una discreta quantita’ di..vabbe’ ci siamo capiti vero 😉

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