Ma in quel di Pontida sono state sparate cannonate o mortaretti? Perché occhio e croce (celtica) mi sembra siano stati lanciati qualche fischia e scoppia tra i piedi di Berlusconi, e qualche fumogeno per depistare la base del partito. Il Cav può star tranquillo e tornare a trastullarsi in versione cartonato con i suoi servi liberi.
La Lega Nord è in crisi di idee e di leadership non meno del PDL. Certo, mentre nel popolo azzurro si usano parole felpate per mettere in discussione Silvio, tra le camicie verdi non si fa neanche quello. Ma vedere e sentire il biascicare di Bossi dal palchetto rende l’idea che anche da quelle parti occorrerebbe un Alberto da Giussano pre-defibrillatore, che non risponda a pernacchie e dito medio alzato alle domande dei giornalisti. Ed il mega striscione “Maroni presidente del consiglio subito” la dice lunga.
Bossi ha provato a rabbonire i suoi, facendo la voce roca contro l’amico Berlusca (a cui avrà anticipatamente detto, durante il famoso viaggio in aereo Milano-Roma di qualche giorno fa, di non prendersela troppo che è tutta una boutade), facendo richieste apparentemente rivoluzionarie tipiche del celodurismo ma alla fine ampiamente ridimensionabili con la dialettica in uso nei palazzi romani. E così la richiesta dei ministeri al Nord si trasforma in sedi di rappresentanza, e la fuoriuscita da tutte le missioni militari sarà decisa “con data certa” nel 2013, quando probabilmente non dovranno neppure porsi il problema.
<<Silvio, guarda che noi diamo lo stop>>, ma un secondo dopo frena le velleità elettorali del pratone verde dicendo che andando a votare in questo momento vincerebbero le sinistre quindi meglio lasciar perdere. Altro sospiro di sollievo da Arcore, dove Berlusconi può togliersi il pannicello caldo dalla fronte. E bordata di fischi per il Senatur, che mostra di non gradire affatto.
Ed infine l’immagine più eloquente: l’urlo <<secessione!!!>> che si leva dalle genti del Po riunite sotto il palco, e Bossi che per la prima volta si trova in imbarazzo di fronte ad una simil richiesta. Lui parla di riforme, di federalismo, di devolution, e il suo popolo sogna ad occhi aperti la Lega che fu non rendendosi conto che ormai il Carroccio è una forza di governo ben ammanicata col potere romano, con un’esperienza parlamentare ventennale e con ambiziosi esponenti che sognano prima o poi di non dover più fare da stampella al leader di centrodestra di turno. La Lega di lotta non esiste più, e quella di lotta e di governo val bene una Pontida e null’altro. La Lega deve tentare l’impossibile impresa di vincere le elezioni nel 2013, e non è rompendo col centrodestra che può riuscirci. Quindi, più che bussare alla porta del Cavaliere, farebbe bene a bussare a quella di Giulio Tremonti perché tiri fuori il coniglio dal cilindro. Roditore che, da cittadino responsabile, non son sicuro sia la soluzione migliore per il Paese.
La montagna ha partorito il topolino….il discorso di Bossi è stato assolutamente mediocre