Martedì comincia il Festival di Sanremo che avrà tante frecce al proprio arco, quasi tutte spuntate.
La prima freccia nella faretra del sempreverde Gianni Morandi dalle lunghe leve troviamo la ricorrenza del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia che vedrà i big esibirsi sul palco dell’Ariston alle prese con alcune presunte canzoni che dovrebbero rappresentare, secondo gli autori, la storia del nostro Paese.
Svanito il sogno di vedere il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e la moglie immatricolata Clio cantare Nostalgia Canaglia, nella terza serata (giovedì 17 febbraio) gli spettatori dovranno sorbirsi Patty Pravo che biascica “Mille lire al mese”, Va’ Pensiero urlata da Al Bano che, c’è da aspettarselo, proromperà in un acuto talmente forte che si spaccheranno le botti a Cellino San Marco e giusto per citarne solo un altro, “Viva l’Italia” cantata provocatoriamente dal cantore padano Davide van De Sfroos dopo i gargarismi con l’acqua del Po.
Un tripudio di retorica portata sul pentagramma nell’evento televisivo che accomuna tutti gli italiani per far vincere uno di Amici di Maria de Filippi.
Altra freccia le co-conduttrici. Attenzione! Dimenticate la valletta bionda e la valletta mora, quest’anno ci saranno due coconduttrici e il “coco” onomatopeico iniziale già dovrebbe dirvi qualcosa. Belen Rodriguez e Elisabetta Canalis saranno gli angeli custodi dell’highlander Gianni Morandi, quello che tutte le donne italiane vorrebbero sentir urlare sotto il proprio balcone per farsi invitare ad andare a prendere il latte.
Belen Rodriguez saprebbe pure cantare dignitosamente e riesce anche a mettere uno dietro l’altro qualche periodo di senso compiuto ma non le è richiesto. La sua presenza è la ciliegina sulla torta a 20 piani dell’inflazionamento mediatico della sua immagine in tv e al cinema. Belen è ovunque tranne che dove il maschio italiano la vorrebbe ovvero a casa sua (del maschio italiano).
Elisabetta Canalis, prima di essere la badante di George Clooney ha provato a ballare, ha provato a recitare e grazie a Dio non ha mai tentato di cantare. Nel ballo l’unico elemento a noi pervenuto è stato lo zompettare a Striscia la Notizia, nella recitazione rimangono memorabili le sue partecipazioni a Love Bugs, sit com di casa mediaset, dove una scopa doppiata da un balbuziente si sarebbe distinta più di quanto abbia fatto lei. Al contrario di Belen Elisabetta non è sempre in tv, è italiana e può vantare un compagno incensurato e che non parcheggia la Bentley sul marciapiede, non sappiamo se ha la patente, sappiamo che al massimo può essere molto nervoso per la moltitudine di caffè che ingurgita per lavoro.
Chi è meglio? La sarda da portare a braccetto sul tappeto rosso o la focosa argentina con il fondoschiena che sembra sollevato da un filo da marionetta?
Una è rifatta, l’altra no. Una è più sexy, l’altra ha un viso che vagamente ricorda i cavallini della Giara di Gesturi, una fa sognare gli italiani in attesa del fischio iniziale con il suo calciare il pallone in pantaloncini inguinali e l’altra si ricorda piacevolmente per un calendario dermatologicamente testato.
E’ fin troppo ovvio che la presunta rivalità tra le due sgallettate è grasso che cola per quella braciola maratoneta di Morandi.
Nella settimana in cui milionate di donne sono scese in piazza secondo gli organizzatori, un centinaio di migliaia di cessi secondo i dati della questura, sul palco saliranno due donne dignitose che si sono fatte da sole, su cosa si sono fatte ognuno poi si dia una risposta.
Altra freccia, il ritorno dei big, quelli veri. Roberto Vecchioni, il cantautore che nel suo cognome contiene il limite della sua musica. Franco Battiato, il cantante-autore-filosofo che ha il merito di essere l’unico a capire Manlio Sgalambro ma il grosso demerito di volerlo spiegare agli altri, per giunta in musica. Patty Pravo che sembra il risultato di un furto in un museo egizio. Luca Barbarossa, la versione da negozio dei cinesi di De Gregori. Anna Oxa, la cantante che ha ingoiato una sirena d’antifurto con tanti saluti da Behgjet Pacolli. Al Bano Carrisi non è proprio un ritorno inaspettato visto che partecipa spesso al festival, la sorpresa sarà più che altro il brano che presenterà che al contrario dei precedenti inascoltabili quest’anno pare sia anche vomitevole.
Ultima freccia, la politica. Un piccolo accenno c’era già stato con la possibile esecuzione sul palco (esecuzione non nel senso di condanna a morte, purtroppo) di Bella Ciao e Giovinezza, proposta bocciata ma forse mai avanzata. Ora invece veniamo a sapere che nei testi delle canzoni ci sono delle condanne abbastanza precise al periodo politico che stiamo vivendo e che Emma Marrone, anche qui il cognome è molto evocativo, frutto dell’albero putrescente di Amici, ci ha tenuto a dedicare il suo giorno libero per manifestare per la dignità delle donne a Roma. Intanto bisognerebbe manifestare per una cosa che almeno si conosce, se proprio non si possiede, ma tant’è.
Alla fine della fiera, o meglio del circo, quello che conterà saranno gli ascolti e Morandi e le sue amichette verranno giudicati soprattutto per quello, staremo a vedere, intanto registriamo per questa edizione l’assenza di Povia e ci dispiace perché pare volesse presentare una canzone dedicata all’amore di un padre per la figlia. Il titolo? Michele (Misseri)
A Sanremo Morandi proverà a domare Elisabetta e Belen
symbel (redattore)