La fuga di notizie “strettamente confidenziali” pubblicate su sito wikileaks è sulla bocca di tutti e sulle principali testate mondiali. Ma quella che doveva essere una bomba su scala mondiale, è sembrata piuttosto un petardo lanciato in una rampa di scale da un bambino particolarmente discolo. giudizi sommari, tranchant, spesso superficiali, sui potenti della terra. tanto da far pensare a più di qualche cronista ad una burla.
i paesi colpiti da queste indiscrezioni di portineria hanno fatto quadrato attorno alla guida del loro paese, rinnovando la fiducia al vecchio Zio Sam, sperando che sia più accorto e, sotto sotto, tirando un sospiro di sollievo per non aver visto svelate autentiche operazioni di intelligence. in Italia, un paese in eterna campagna elettorale, le cose non potevano filare così lisce, e i rapporti stilati dalla numero due dell’ambasciata americana Elisabeth Dibble si sono prestati perfettamente al gioco. tra i leitmotiv “Berlusconi riferisca in parlmento” e “si faccia da parte per il bene del paese”, si è aggiunto un altro tormentone del redivivo Rutelli, ovvero: “Berlusconi venga al Copasir”
laciando per un attimo le oche starnazzanti di casa nostra si possono fare altre considerazioni, ben più interessanti. la prima è che la diplomazia è un arte che va giocata con le carte rigorosamente coperte, e che questo pasticcio nuoce gravemente alla credibilità dei servizi USA. In un periodo in cui Obama ha un forte calo di consensi questa è l’ultima cosa di cui avrebbe avuto bisogno. Certo, a parole tutti si sono dimostrati comprensivi, ma nei prossimi mesi potrà toccare con mano la fiducia. julian assange, colui che ha diffuso le informazioni, ha assestato un duro colpo alla amministrazione USA, e se lo ha fatto non è certamente per informare ne per ergersi a paladino della libera circolazione delle notizie. Anzi, a ben vedere molti dei brogliacci resi disponibili fanno luce sulla campagna irachena, e sotto certi aspetti rivalutando persino la vecchia amministrazione Bush.
intanto Hillary clinton promette fuoco e fiamme contro chi ha rubato le informazioni. Sarà, intanto il responsabile del sito wikileaks è si ricercato, ma per stupro. chi di bunga bunga colpisce…