Seduto in quel caffe’ / io non pensavo a te…
Questo l’incipit di una celebre canzone di Lucio Battisti portata al successo dall’Equipe 84 di Maurizio Vandelli.
Guardavo il mondo che / girava intorno a me…
C’è un accordo Bipartisan tra l’attuale maggioranza e la nuova (nuova?) opposizione che si è delineata con l’ascesa di Pier Luigi Bersani a segretario del Partito Democratico.
Il rapporto tra Berlusconi e Bersani è iniziato con qualche attrito, il secondo ha rimproverato al primo di aver ricevuto telefonate di congratulazioni per la vittoria delle primarie da tanti rappresentati politici, compreso Gianfranco Fini, ma non dal Cavaliere che in compenso ha trovato il tempo di chiamare Ballarò.
Il Cavaliere pare abbia il dente avvelenato per il fatto che il protetto di D’Alema in barba alla volontà di non incancrenirsi sull’antiberlusconismo alla prima uscita ha paragonato le sue responsabilità a quelle di Marrazzo.
Poi d’improvviso lei / sorrise / e ancora prima di capire / mi trovai sottobraccio a lei / stretto come se / non ci fosse che lei.
Negli ambienti parlamentari si sa che Berlusconi stima molto Bersani, ha dichiarato in passato che è l’unico della sinistra che avrebbe voluto come ministro anche se una dichiarazione del genere è il modo migliore per affossare la popolarità di uno di sinistra fra i suoi elettori. Ma l’apprezzamento al “bolscevico” Bersani è sincero, così almeno si dice, anche se fino alle regionali bisogna dipingere il PD come il partito ridiventato DS.
Vedevo solo lei / e non pensavo a te… / E tutta la citta’ / correva incontro a noi.
Bersani da parte sua vuole abbandonare l’acidulo e dispettoso atteggiamento del suo predecessore Franceschini che un giorno sì e l’altro pure sparava schizzatine di acido con poche proposte per un’alternativa di governo e molto mostrare i muscoli più a Di Pietro che al governo stesso. Solo che i muscoli di Franceschini sono risultati atrofizzati come il suo sorriso appiccicato sulla faccia da bravo ragazzo. Bersani pare avere spalle più larghe per resistere agli scossoni dell’IDV e alla partenza dei Rutelliani.
Il buio ci trovo’ / vicini / un ristorante e poi / di corsa a ballar sottobraccio a lei / stretto verso casa / abbracciato a lei / quasi come se non ci fosse che, / quasi come se non ci fosse che lei.
Rutelli parte e si porta via una ventina di profughi, ma Bersani non sembra per nulla turbato.
Che il Partito Democratico abbia trovato finalmente un leader?
Ah, a proposito, la canzone citata è 29 settembre.
Perché? Perchè è l’unica e indivisibile connessione tra Pier Luigi e Silvio, qualsiasi cosa accada saranno sempre accomunati da questa data, la loro data di nascita.
C’è una cosa che mi ha infastidito in questi giorni ed è il dipingere, da parte dei giornali, Bersani come una marionetta di D’Alema.
Chi ha seguito Bersani in questi anni sa benissimo che non è proprio la persona che si lascia comandare o guidare politicamente; si vede lontano un miglio che ha un cervello e due palle grandi come angurie…
Marionetta di D’Alema no, ma della sua corrente sì. Non mi pare tra l’altro che l’abbia mai smentito o si sia smarcato da questi rilievi.
Non ne ha fatto mistero D’Alema che l’ha sostenuto con molta forza e se ne sono lamentati gli stessi Franceschini e Marino.
I giornalisti poi calcano la mano ma che su Bersani pesi l’ombra di Baffetto non c’è dubbio, che lui lo voglia o no.