Si è appena concluso il congresso dell’Italia dei Valori che ha eletto come suo presidente per acclamazione l’uomo che dopo Mani Pulite ha lasciato la magistratura per scendere in campo, l’uomo che all’auto blu preferisce il trattore rosso, il personaggio che ha ridisegnato i confini dell’Accademia della Crusca, il politico che se va in Mercedes è solo perché gliel’hanno regalata, l’esponente politico che prima di farsi mettere una fetta di prosciutto nel panino chiede la fedina penale del salumiere, lui, proprio lui: Antonio Di Pietro.
Il risultato era abbastanza scontato, non fosse altro per il fatto che era l’unico candidato alla presidenza dopo che il collega De Magistris si è fatto da parte e anche il fumantino ricciolo biondo Barbato ha fatto un passo indietro.
Meno scontato il modo con il quale si è arrivati a questa elezione, dopo un comizio del Tonino duro e puro che ha creato un vero e proprio terremoto tra i suoi elettori e nella blogosfera.
Il gladiatore dei valori lancia la svolta e celebra il suo battesimo politico.
“Basta con il partito di protesta, basta con le manifestazioni di piazza, ora bisogna fare la politica vera e la politica vera si fa con le alleanze” questo il succo del suo discorso che trova immediata applicazione pratica nel sostegno a Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, per la presidenza della Regione Campania.
Lo stesso Vincenzo De Luca che Di Pietro solo una settimana fa definiva impresentabile perché indagato per falso e truffa in un inchiesta che vede coinvolti personaggi accusati di associazione a delinquere, falso, abuso di ufficio e concussione con una richiesta (respinta) di custodia cautelare.
Se questa presa di posizione ci fa applaudire il presidente dell’IDV perché segna il suo ingresso nella politica seria, quella che si fa senza far leva sul livore e sull’odio, quella calata nel mondo reale che è piena di sfumature che sfuggono alla divisione buoni e cattivi basata sulla pulizia della fedina penale, quella che aspetta il terzo grado di giudizio e non chiede dimissioni ad ogni refolo, invece ai suoi sostenitori ha creato dei mal di pancia.
Ma Di Pietro, che avrà pure capito che l’eccesso portato alla lunga non paga, non disconosce il suo scoppiettante temperamento e riserva una bella sorpresa ai suoi peones facendo parlare addirittura Vincenzo De Luca, il candidato incriminato (in ogni senso) al congresso.
E chi si aspettava fischi per il fatto che un indagato avesse inquinato la camera sterile del congresso si è dovuto ricredere perché il popolo dell’IDV quando si tratta di vincere le elezioni a quanto pare non va tanto per il sottile.
Bravo Di Pietro. Messo davanti alla scelta se sostenere un candidato con probabilità di vittoria seppur con giudizi pendenti o lasciar vincere il candidato del PDL, compagine politica Piduista, corruttrice, mafiosa, camorrista e fascista, ha preferito la prima scelta.
Bravo Di Pietro. Sei stato coraggioso anche perché ora in campania si fronteggeranno Vincenzo De Luca, indagato, per il centrosinistra e sostenuto dall’IDV e Stefano Caldoro, incensurato, dalla fedina penale illibata, per il centrodestra.
Certo questo non passerà inosservato nella campagna elettorale per le regionali e non passerà nemmeno inosservato il fatto che questa svolta giunge dopo una settimana nella quale il Corriere della Sera (non il Giornale e nemmeno Libero) getta qualche ombra sul passato dell’irreprensibile ex magistrato.
Oggi nel blog di Tonino Di Pietro sono pubblicati commenti molto duri dei suoi (ex?) sostenitori. Travaglio su Il Fatto Quotidiano ci va giù pesante e nel suo articolo la parola meno dura è “fallimento”.
Ma noi diciamo bravo Tonino! Vai avanti per la tua strada, smarcati dal giustizialismo imperante, tuffati nel realismo della politica fatta di accordi, alleanze e abbandona gli eccessi verbali a cui ti costringe la tua base.
Grande Tonino. Poi se ti ha attaccato Travaglio vuol dire che sei sulla strada giusta.
Viva la svolta di Antonio Di Pietro
symbel (redattore)