E’ il momento delle fondazioni.
Sì perché ultimamente in Italia ormai le fondazioni sorgono come funghi. Le più importanti sono quelle che nascono dall’idea nobile di un politico di spicco o di un personaggio autorevole dell’industria italiana.
Vengono chiamate think tank che tradotto brutalmente suona pressapoco come “serbatoio di pensiero”, in italiano diremmo più propriamente un pensatoio ma la parola ha una sconveniente assonanza con quella che definisce luoghi pubblici nei quali ci si svuota la vescica e quindi fa molto più figo dire think tank.
L’ultima fondazione nata è Italia Futura che vede come fondatore illustre Luca Cordero di Montezemolo.
Le altre nobili società e ormai balzate agli onori della cronaca sono Italianieuropei quella di Massimo D’Alema e quella di Gianfranco Fini Farefuturo.
Queste sono le più conosciute o meglio quelle che riescono ad avere maggiore risalto mediatico e politico ma c’è anche la fondazione Sudd di Antonio Bassolino che gli osservatori meno politically correct definiscono più una barricata messa su da un politico ormai abbandonato dal centrosinistra al suo destino.
Ovviamente esistono anche fondazioni che si occupano più che altro di collezionare cimeli dei grandi personaggi storici alle quali sono intestate o ad organizzare nostalgiche retrospettive. Ma queste non ci interessano.
Cosa accomuna le tre fondazioni più note in Italia?
Una spiccata propensione all’europeismo e soprattutto la formazione della classe dirigente del futuro, non a caso la parola “futuro” è parecchio abusata fin dalla denominazione e aprire i partiti italiani alla dimensione europea, favorendone l’integrazione con le grandi correnti di pensiero che attraversano le altre grandi nazioni.
Le fondazioni, figlie della tradizione anglosassone e tedesca nascono proprio per costituire un serbatoio di idee, di innovazione dei programmi e vivaio di leader politici per la guida dei loro Paesi. Basti citare il caso della cancelliera Angela Merkel, partorita dalla famosa fondazione Adenauer.
Fin qui gli statuti, gli obiettivi e gli ideali ma la realtà declinata nella pratica, soprattutto in Italia, è molto diversa.
Le fondazioni sono più che altro costole di partito che si muovono nel perimetro della politica. In alcuni casi sono delle vere e proprie corazzate guidate da un politico non più in posizioni esecutive nel suo partito (D’Alema e Fini) oppure campi di allenamento per intervenire non appena si “libera il posto” (Montezemolo).
Visitare il sito web di queste associazioni (www.italianieuropei.it, www.farefuturofondazione.it e www.italiafutura.it) riempie la mente e il cuore per la quantità di ideali, progetti per il futuro e eventi organizzati, ma lascia anche un sospetto un po’ malizioso legato ad una considerazione.
Se i partiti funzionassero come dovrebbero le fondazioni di questo tipo non esisterebbero. Se i partiti non fossero diventati solo dei comitati elettorali o il pretesto per fare una convention o la giustificazione per la carriera di un singolo carismatico come sono adesso in Italia, a destra come a sinistra, che bisogno ci sarebbe di una fondazione?
Ne abbiamo parlato diffusamente anche tra le pagine di Moschebianche.
Le fondazioni sono la cartina tornasole della crisi dei partiti, la risposta alle “scatole vuote” spesso citate.
Un tempo le fondazioni erano i circoli culturali, luoghi di aggregazione per tutti nei quali si discuteva di idee e di problemi e dai quali ci si faceva conoscere magari per ambire alla candidatura o a diventare punto di riferimento politico e sociale nel proprio quartiere.
Niente di più lontano da quello di queste fondazioni dove invece sembra che ad un’ipotetica assemblea non si possa che andare alla guida del ferrarino o con quattro segretarie al seguito.
Ma la cosa peggiore, secondo me, è che non si sta tentando di riempire con idee e nuova vitalità le scatole vuote ma si sta prendendo una scatola nuova, lucida e scintillante, per metterci dentro un po’ di tutto e dipingerci sopra la bandiera dell’Europa.
Quella delle fondazioni è la strada percorsa al momento ma è un’idea che non mi piace, preferivo la fondazione Knight, quella di Supercar.
I partiti mascherati
symbel (redattore)
fondazione forse potrebbe fare rima con lobby.