La cartella incoming di Alberto Stasi

incoming

Come prevedibile che fosse sia Vespa che Vinci non si sono fatti scappare il succulento boccone della contro-perizia legale della morte di , una perizia che ha messo dei paletti forse decisivi sulla vicenda. Si prospetta un dibattimento tra le parti molto acceso e una verità (processuale) ancora molto lontana e fumosa. Ma che ci piaccia o no verremo bombardati sui nuovi accadimenti in quello che oramai è diventata pura cronaca spettacolo.

La mia attenzione però vuole concentrarsi non tanto sull’ in sé, ma dall’aspetto spesso usato per dare un profilo sordido all’indagato: ovvero il materiale pornografico detenuto all’interno del personal .

L’opinione pubblica spesso si stupisce, se non proprio si scandalizza, ogni qual volta la notizia viene data, spesso considerandola come autentica svolta per le indagini. Eppure con la diffusione di pc e internet, la ha trovato nuovi sbocchi, invadendo gran parte dei pc ma non per questo rendendo i possessori persone che non riescano a vivere una normale sessualità, o che debbano per forza nascondere qualche lato sordido. A volte ci ritrova materiale pornografico anche senza volerlo. Grazie a programmi è facile imbattersi in qualcosa di diverso da quello cercato, e sotto altro nome spesso si celano pornazzi davvero turpi e sconvolgenti. Quando tempo fa cercai “l’ultimo dei Mohicani” mi imbattei con sgomento in un transessuale che, ricoperto di merda dall’ombelico al seno, si menava lascivamente l’uccello. Cancellai il file pensando che se quello era davvero l’ultimo dei mohicani meritava una frettolosa estinzione.

Quando ci fu il rapimento del piccolo Tommaso Onofri, con gli inquirenti che brancolavano letteralmente nel buio, studio aperto strillò in apertura: “nuova svolta delle indagini! Trovato del materiale pedopornografico nel computer del padre”. Insomma, era già partito un processo sommario che in base a prove surrettizie dipingeva il povero padre, già fortemente turbato dalla vicenda, assassino di suo figlio e pedofilo.

La verità venne fuori per gradi, con la scoperta del cadavere del bimbo, brutalmente ucciso con un colpo di vanga per farlo smettere di piangere(!), e la successiva incarcerazione di Alessi e dei suoi complici. Ora Paolo Onofri vive in stato vegetativo a seguito di un infarto, e non è peregrino pensare che il suo malessere fisico sia frutto anche di una campagna di stampa morbosa.

Leggo da un forum femminile il commento della utente xxxx “Paolo Onofri non mi piace, punto. E ammetto che la notizia del suo infarto non mi ha fatto né caldo né freddo. Molte persone soffrono. Molte persone che oso ritenere migliori di lui”. Altri commenti sono sullo stesso tenore, ma una azzarda “era sempre in prima linea ad esporre il proprio dolore per nascondere il proprio sudiciume”. Il fatto quindi di detenere materiale pedopornografico (nel caso specifico costituito in gran parte da modelle maggiorenni truccate per avere un aspetto infantile) lo rende quindi peggiore dell’assassino stesso, meritevole del suo stato vegetativo e senza un briciolo di umana pietas.

Ecco perché possedere del materiale pornografico minuziosamente catalogato, o semplicemente una cartella incoming di lercia, è persino più pericoloso e sconveniente che avere di un coltellaccio compatibile alle ferite del delitto o dei vestiti sporchi di sangue.

Martin Sileno (redattore)

Martin Sileno

collaudatore di illusioni, menefreghista e blogger

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3 Risposte

  1. symbel scrive:

    Chi cataloga nel suo pc immagini e video pedopornografici o con pratiche bizzarre al limite del voltastomaco tanto normale non è. Può capitare a chiunque di trovarsi dei file luridi a causa di emule ma un qualsiasi perito informatico che abbia conoscenze superiori all’utilizzo del pacchetto Office97 è in grado di distinguere le cartelle di un frequentatore abituale di materiale pedopornografico da quelle di uno che se le ritrova casualmente sul pc.
    Il possesso di materiale pedopornografico non è indice di inclinazione all’omicidio ma un problema comunque grosso, personale e rilevante a livello penale se i file vengono scambiati volutamente con altri utenti.
    In alcune forme di sessualità repressa l’essere sorpresi da altri a visionare tali contenuti può portare ad una rivalsa violenta o magari può costituire forma di ricatto.
    Non sembra il caso di Stasi ma è stato bene appurarlo.
    Resta il fatto che chi gira i filmini pedoporno è un criminale da assicurare alle patrie galere, chi li guarda ha seri problemi e non è certo degno di stima.
    Per quanto riguarda il materiale pornografico minuziosamente catalogato la posizione di Stasi è molto diversa da quella del padre di Tommy perché il ragazzo di Garlasco pare avesse foto e filmati anche di ragazzini in tenerissima età e non solo sull’hard disk ma anche su una chiavetta USB. Difficile pensare che li avesse scambiati per maggiorenni con le treccine. Lui stesso non ha mai negato.

  2. Damiano scrive:

    Certo che a guardare la faccina angelica di Stasi non si direbbe un grande frequentatore di Rocco Siffredi e John Holmes….l’apparenza inganna

  3. Rudy Basilico Turturro scrive:

    Impressionante l’ultimo dei mohicani

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