Come si sarà sentito il fortunato di Bagnone che con il sei vincente ha sbancato il super enalotto possiamo solo immaginarlo. Una giocata di soli due euro, che probabilmente non nasconde un giocatore accanito, ma uno che la sorte ha voluto affrontarla con una giocata minima, come se avesse steso un colosso con un sol colpo di frombola, facendosene beffe.
In un paesino di duemila anime ci si conosce tutti più o meno, e già i nomi circolano, i profili già si delineano e i primi identikit già parlano di un muratore dalla paga a cottimo, di anni 47. Si parla di 148 milioni di euro, roba grossa, la seconda vincita di sempre per un gioco a premi, una cifra capace di far affiorare invidie, di accendere il moto dell’indignazione di chi quella cifra non la vincerà mai, ma soprattutto di cambiare una vita e forse più d’una per le prossime generazioni.
Sia come sia le luci sul proscenio si spegneranno, l’attenzione morbosa sul gioco e sulla vincita che cambia la vita, come in una rivisitazione moderna del signor bonaventura, si affievoliranno man mano. Non ci mancherà una Cesara Bonamici che, con occhio reso vitreo dall’emozione, snocciolerà i numeri capaci di sollevarci dalla miseria per pochi secondi. Seguiranno certo gli articoli e servizi che fantasticheranno sulla vincita, su come questa montagna di soldi potrà essere spesa ed investita. servizi scrutati con un ghigno dal fortunato muratore, che in abito di lino e fasciato da una appariscente fusciacca in seta, sorseggia un don Perignon e copre il chiacchiericcio televisivo con un rutto.