Donne, regole e… tanti guai

Gli americani sono maestri nel confezionare commedie leggere, seppur contaminate da drammi familiari e dai risvolti sociali intriganti anche se spesso stereotipati. e non fa eccezione, una che certamente non fa gridare al miracolo, ma dove tutto è miscelato ottimamente: il conflitto irrisolto di tre generazioni di , la schiettezza e la spensieratezza della provincia americana non ancora inquinata dai ritmi e dallo stile di vita delle grandi città, l’, l’alcolismo e la rabbia giovanile che vorrebbe dare un colpo di spugna a tutto quello che vede, ma che in realtà viene cambiata dai placidi ritmi e dalla sincerità delle persone.

Ed è così che il semplice soggiorno dalla nonna dell’inquieta Rachel (una intensa ) in una cittadina dell’Idaho diventa l’elemento scatenante per riportare a galla dissidi di famiglia mai sopiti e contrasti generazionali. Nonna, madre e figlia vengono così loro malgrado a conoscenza degli angoli di buio delle loro rispettive vite, costrette a fare i conti più con se stesse che con il passato, e con l’aspetto puritano e sonnolento della provincia, rappresentato degnamente dalla risoluta nonna e da un ingenuo ragazzotto mormone che per Rachel nutrirà più di una simpatia.

Rachel è l’elemento dionisiaco, di perdizione, ma rappresenta anche il riscatto di una generazione disillusa e stuprata da troppe promesse mancate, di amore rubato dal patrigno, da una madre troppo stordita dall’alcol per rendersi conto di una famiglia a pezzi. E seppur coi rassicuranti toni della commedia, il giudizio d’accusa nei confronti di una parte del paese è netto. Quella che ha la sacra Bibbia nel comodino ed il fucile a pompa perfettamente oliato e carico appeso nel salotto, una parte del paese ipocrita che è ben viva e pulsante e che ha consegnato per ben due mandati i destini del proprio paese a George Bush

Martin Sileno (redattore)

Martin Sileno

collaudatore di illusioni, menefreghista e blogger

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