Da quando Vittorio Feltri è ritornato a dirigere il quotidiano fondato da Indro Montanelli, è finito sull’occhio del ciclone come ai tempi belli. Le prime firme si sono scomodate per esprimere perlopiù il loro dissenso, ma anche qualche timida voce solidale. Con Libero, il quotidiano da lui fondato e finora diretto in maniera un po’ incolore da Belpietro, Feltri si era ritagliato una nicchia di mercato fruttuosa, con la possibilità di sortite e provocazioni talvolta geniali, molto spesso grevi, ma incapaci di creare davvero opinione.
La lontananza (editoriale) da Berlusconi lo metteva al riparo dalle critiche più feroci, risparmiandogli quella più gettonata in questi giorni: ovvero di scrivere su un mandato preciso per demolire i nemici acerrimi e per punzecchiare gli amici con voglia di rivalsa.
Nemmeno il tempo di appoggiare le terga sulla poltrona che Feltri sferrava il primo gancio al fegato nei confronti del direttore dell’Avvenire. “ma come?” pensa uno stranito Boffo “non sono nemmeno mai stato un antiberlusconiano, ho anzi tenuto posizioni moderate…” giusto il tempo di fare questa riflessione autoindulgente che finisce al tappeto, mentre il pubblico ulula e grida al colpo basso.
Arriva poi il momento di Fini. L’editoriale riapre un caso d’attualità già affrontato con toni non meno indulgenti dal Corriere. Una critica politica che per quanto impietosa non scade nel becero. Ma anche in questo caso è lo stesso Fini e i suoi fedelissimi a risentirsi, a parlare di stillicidio, di giornalismo ad orologeria, di Berlusconi puparo. Sino ad arrivare all’editoriale, ripreso anch’esso dalle altre testate, dove Feltri ammonisce Fini di non tirare troppo la corda e di non cavalcare il giustizialismo e gli scandali da romanzo rosa, perché la ruota gira e potrebbe trovarsi in situazioni simili a quelle che oggi tormentano Berlusconi. Nel farlo accenna ad un presunto fascicolo del 2000 che coinvolgerebbe alcuni personaggi di AN.
L’avesse scritto qualche mese fa forse non avremmo avuto tutto questo clamore politico, con Fini spalleggiato dall’avocato Giulia Buongiorno che prendono in considerazione le vie legali per risolvere il contenzioso. Lo stesso Feltri, sotto la patina d’indignazione, gongola per tutta questa pubblicità portatagli inconsapevolmente da chi lo disprezza senza tanti giri di parole, ed è l’unico vero beneficiario di questo caos.
comunque, al di là di tutto, non mi pare giornalismo di alto livello. Andare a frugare tra amanti e mignotte è una cosa che lascerei fare a nazioni più evolute dell’Italia. Se un governo deve cadere, che lo faccia per ragioni più serie.
come previsto è arrivata la querela
pessimo andazzo quello di Feltri vediamo ora se Fini viene trattato da fustigatore della libertà di stampa come Berlusconi
se ha una notizia la deve pubblicare o si sta zitto. questo si chiama ricatto, in questo caso è un ricatto politico, e credo sia l’arma più bassa che berlusconi abbia mai potuto usare
leggo comunque che un fatto noto, riportato anche da Travaglio. Mi lancio in una facile profezia: Prevedo che Fini perderà la causa, sempre che non la ritiri prima