Nel nostro scenario politico esiste un personaggio davvero controverso, che prima o poi andrà studiato con attenzione. Mi riferisco a baffetto D’Alema. Fine politico, da qualche anno sembra essersi defilato nelle retrovie prima dei Ds ora del nuovo PD ma in realtà continua ad essere l’abile tessitore di trame di sempre con l’aggiunta di dare con l’età ai suoi discorsi dei toni sempre più parternalistici da Presidente della Repubblica (mancato). Eppure un Presidente con la P maiuscola il centrosinistra l’aveva per davvero. Un signore che ha creato l’Ulivo, ha battuto due volte Belzebù Berlusconi ed è stato padre fondatore della svolta della sinistra verso il Partito Democratico di stampo europeo. Non mi pare poco. Ma quest’anziano professore di nome Romano Prodi, seppur pieno di difetti, è stato sempre emarginato e messo in un angolino appena se ne è presentata l’occasione. Invece il leader Massimo è sempre lì, eterna Penelope che il giorno tesse e la notte disfa. Il suo bersaglio preferito è come sempre Silvio Berlusconi, che a sentir lui sarebbe in fase declinante dal 1996, di cui dimentica d’esserne stato compare in affari ai tempi della Bicamerale e che non ha mai avuto il coraggio di sfidare in campo aperto. Perché Silvio, uomo imperfetto come pochi, può almeno dire di averci messo la faccia; può ben dire di essere stato eletto e di aver tutto il diritto di stare lì dov’è. Ma D’Alema? Eletto sempre grazie al suo seggio strablindato, non ha mai rischiato. Ha sempre preferito navigare in acque sicure, riuscendo addirittura a diventare un Presidente del Consiglio non eletto dagli italiani facendo le scarpe all’ingenuo Prodi ed ha avuto pure il curioso primato di condurre il centrosinistra dentro una guerra. Di quelle vere, mica cammuffate da missione di pace. Dopo le famose dichiarazioni sulla scossa, Baffetto continua a punzecchiare; parla di momento di massimo potere per Berlusconi ma anche di inequivocabile declino dello stesso; parla di leader violento; parla di Destra e Chiesa che finalmente si sono date una sveglia e vogliono scaricare il despota al più presto; ed infine un po’ di catastrofismo che non guasta mai: la democrazia in Italia è in pericolo. Ora che persino Veltroni ha rilasciato dichiarazioni rivalutando Berlusconi, dispiace che la sinistra continui a non poter fare a meno di questo ragno baffuto e famelico.
Un caso da studiare
Rudy Basilico Turturro (redattore)