Carri pieni di vincitori, fosse piene di perdenti. Troppe bocche piene di quel io l’ho sempre saputo, che abbonda nelle fauci degli stolti, pardon tifosi.
La rivoluzione della Serie A 2009/2010 si riversa anche su di loro, fautori sicuri di un Campionato di giovani e nuove stelle, loro che un mese fa gridavano sicuri di un impoverimento che iniziava con Kakà e finiva con Ibrahimovic.
Oltre ai due ex Milanesi c’erano anche, affermavano i più pessimisti, i cordogli legati ai ritiri dal ritiro nordista delle tre grandi, Maldini, Figo e Nedved.
E allora fiumi di lacrime, mazzi di fazzoletti e vedove di nero vestite, ma anche di rosso, d’azzurro e bianco.
E ci si lamentava della potenza di Premier e di Liga, fino ad arrivare all’ascesa della Bundesliga.
Colpo di stato avvenuto, carrozze, diligenze e automobili ricolme di ottimisti Juventini, di Eto’oisti o di Genova capitale d’Italia.
Calma signori, facciamo un passo indietro.
21 Agosto, vigilia di inizio campionato. Come detto risulta impoverito. Inizia la nuova stagione. L’Inter favoritissimo pareggia contro il Bari, il Milan vince a Siena. Dove sta l’errore? Si grida già al, Kakà non ci serve, abbiamo Dinho, la difesa regge, Pato di qua, Pato di là, due gol per affondare lo stadio più piccolo d’Italia.
Dall’altra parte Eto’o realizza, Milito incanta, ma è un pareggio scialbo. Tifosi scatenati, giornalisti pronti alla polemica, cominciamo bene.
Intanto la Juventus vince grazie a un ultra sottovalutato Iaquinta e la Roma perde la sfida spettacolo contro un Genoa forgiato in modalità calcio totale. Titoloni per tutti, rinascita di qualcuno, conferma di altri. E i carri vengono presi d’assalto da Genoani e Milanisti, mentre quelli con lo stemma del Biscione vengono ignorati perché troppo indecisi sui posti in cui sedersi. Leonardo si barrica dietro i suoi tre punti, Mourinho attacca Lippi e respinge le accuse sul caso Ramadam.
Si arriva così al secondo turno, al derby. Sneijder in campo a sorpresa, appena scaricato dalla reggia Madrid alla Milano da bere. L’Inter umilia i cugini con le combinazioni palla a terra dei nuovi arrivati, conditi dal solito gol copertina di Stankovic e dalle sgroppate di Maicon sulla fascia. Diavolo all’ inferno, non è il suo habitat. Si scatenano processi contro Presidente, allenatore, vecchi e nuovi, cacciatori ed ex-palloni d’oro. Le diligenze si tingono di nuovo di nero e azzurro, mentre stelle filanti rosse vengono buttate in corsa.
La Roma ha cercato il riscatto, ma ha sbattuto contro un Diego spettacolare. Il neo Juventino scomoda paragoni decisamente esagerati, con ononimi e non, osannato dagli stessi che ne dacantavano le lodi grazie ai soli video di Youtube (dove anche un Kerlon diventa un fenomeno). Gli stessi che non sapevano in che posizione sarebbe stato opportuno piazzarlo. Sicuramente Kakà è stato rimpiazzato, ma da un’altra squadra che non fa rima con Milan.
Fine giornata, Genova capitale con le due compagini appaiate in testa alla new Lazio di Lotito, Ballardini & co, e alla citata Juventus di Ferrara. Ovunque ci si giri ora si intravedono inni alla gioia Brasiliana e al tango Argentino, alla diaspora al contrario degli Italiani che tornano nel bel paese.
Squadre di metà classifica con bilanci in attivo e team giovani e vincenti. Ora, appena una di queste cadrà nei tranelli del torneo più difficile del mondo, tutti camineranno a piedi, affermando la stolita frase del, ci siamo impoveriti senza Kakà e Ibrahimovic. E ricomincierà il giro infinito di salite e discese, in pieno spirito Italico.
Sognare di raggiungere gli investimenti Inglesi e le stelle Spagnole è fattibile o no?
Probabilmente senza essere così lunatici potremmo prendere decisioni per migliorare le fondamenta della nostra maggior torneo, senza dover per forza cambiare idea alla prima magia del nuovo arrivato. In fondo, chi va dovrebbe essere dimenticato, chi rimane dovrebbe essere incoraggiato.
Riusciremo ad arrivare a questo punto, o resteremo schiavi delle partenze e dei ritiri?
Che l’indecisione dei risultati ci aiuti.
Italia: popolo sul carro dei vincitori
Francesco Schirru (collaboratore)
Il campionato italiano è fortemente umorale.
Ciò che la settimana prima è oro, la settimana dopo è merda. Ci hanno sfracassato i santissimi con il Dentone ritrovato, ed adesso è di nuovo una scamorza.
Per quanto mi riguarda ho smesso da tempo di guardare trasmissioni sportive, ed anche con i giornali prendo dosi controllate.