L’elezione di Bersani a segretario del PD, porta inevitabilmente uno scossone alla politica italiana, specie a sinistra. Infatti gia all’indomani del voto, iniziano gli aut-aut e gli annunci di defezione.
Inizia Rutelli, che lascia intendere che il passo verso l’UDC è breve, e non sarà il solo a seguire quella strada. Infatti un Rutelli che scappa si porterebbe via gran parte dell’ ex Margherita, centristi e cattolici, lasciando fortemente ridimensionato il PD.
PD che a sua volta deve fare i conti con un’altro alleato che sgambetta: Di Pietro, inizia a chiedere al nuovo leader conto della sua politica nei confronti di Berlusconi: se ha intenzione di dialogarci, Di Pietro minaccia di lasciare l’alleanza elettorale.
Questo significa grane per Bersani, perche un’ulteriore frammentazione, potrebbe erodere ancora di piu le percentuali di votanti, che se da una parte potrebbero attingere all’area degli esclusi della sinistra radicale, rischiano di perdere grandi fette di consensi a favore di Centro e di Di Pietro, rischiando un effetto dissoluzione come successo per la Sinistra Radicale alle ultime elezioni.
Come andra a finire non si sa, ma si puo presumere una maggiore rilevanza del centro, che se davvero diventasse forte, potrebbe attirare una fetta di elettori dal PDL, in ottica “Grande Centro”, tanto auspicata da Casini, un incognita Di Pietro, e un rischio a sinistra, tanto piu se si formassero diversi partiti con problemi di comunicazione, specie se il collante Berlusconi decidesse di farsi da parte per sopraggiunti limiti di età.
Sicuramente ci troviamo davanti a una svolta importante, che potrebbe sancire la fine del bipolarismo italiano. Non possiamo far altro che attendere e vedere, sicuramente la campagna elettorale, anche al di fuori dei letti dei politici, ce ne riserverà delle belle.
Se da una parte potrebbe sancire la fine del bipolarismo dall’altra potrebbe decretarne definitivamente la nascita se i fuoriusciti dal PD, guidati da Rutelli si annettessero sul serio a Casini (non è ancora certo al di là dei rumors) e insieme facessero coalizione con il PDL e la LEGA.
Dall’altra parte Bersani avrebbe buone possibilità di riavvicinare la sinistra dei vari Diliberto e Ferrero e avviare un accordo con i Radicali.
Anche se questa ipotesi è remota non resta che stare a vedere.
Certo che sarebbe un caso più unico che raro: due sfidanti candidati premier che poi si ritrovano alleati (mi riferisco a Rutelli e Berlusconi).
L’incomprensibile politica all’italiana…
Comunque credo il paradosso sia scongiurato: Casini punta al Grande Centro, non certo a tornare tra le braccia di Silvio. Ed il tempo dei cartelli elettorali è ancora abbastanza lontano da consentire a Pierferdy una tattica attendista, con sporadiche alleanze a livello locale per amministrative e regionali.