In realtà la pillola abortiva Ru486 in Italia è sbarcata da tempo in via di speriementazione in alcune cliniche autorizzate. E’ arrivata con un curriculum che parla di alta efficacia e 29 donne decedute nel mondo in seguito alla somministrazione.
Ru486 non è la “pillola del giorno dopo” ma una pillola abortiva, significa cioè che non è da utilizzare alla stregua di un anticoncezionale all’indomani di una notte di baldoria ma un vero e proprio aborto.
Essendo un vero e proprio aborto deve sottostare alle regole dell’attuale legge vigente in Italia, la tanto discussa legge 194.
Nello specifico la pillola deve essere prescritta da un ginecologo e deve sottostare a tutto l’iter previsto, non somministrata oltre la settima settimana di gravidanza e assunta sotto stretta osservazione medica con degenza in day hospital al momento dell’assunzione.
Il vantaggio per chi decide di interrompere la gravidanza è quello di evitare l’intervento chirurgico (la sua efficacia è pari al 95% come per la chirurgia) mantenendo alcuni effetti sgradevoli come le perdite copiose di sangue e lo stress psicologico legato al fatto che la morte del feto non è immediata ma in pratica avviene per lento avvelenamento.
In questo quadro che ho riassunto per motivi di spazio ma che è ampiamente verificabile e approfondibile on line in questi giorni si colloca il dibattito sull’utilizzo della pillola che vede contrapporsi da una parte la Chiesa e i movimenti per la vita e chi ritiene un conquista per l’Italia l’assunzione di un provvedimento che ci allinea agli altri paesi europei in materia di aborto.
Per quanto riguarda la Chiesa non è altro che una presa di posizione che ribadisce un concetto non certo nuovo in quanto la Ru486 non è altro che un modo diverso di fare la stessa cosa. Diciamo che l’aggravante in questo caso sta nel rendere il tutto sempre meno impegnativo a livello di responsabilità infatti l’idea che ingerendo una pillola si avveleni una vita all’interno del proprio corpo fa un po’ impressione.
Tutte le storie sulla scomunica che vengono fuori sono suggestive ma, anche in questo caso, non c’è nulla di nuovo in quanto chi abortisce o aiuta un’altra persona ad abortire, in qualsiasi modo lo faccia, per la Chiesa si scomunica da solo.
I secondi ritengono che l’utilizzo della pillola sia uno strumento in più nelle mani delle strutture che offrono questi servizi con l’immediato vantaggio di non doversi sottoporsi all’intervento chirurgico che comporta traumi a livello fisico che si possono immaginare.
In entrambi i casi tutto ruota intorno alla legge 194 che, lo si voglia o no, è necessario rivedere senza “talebanismi” di sorta. Dopo la legge sulla fecondazione e con la commercializzazione della Ru486 sorgono delle contraddizioni che hanno i loro risvolti nella pratica e non solo negli schieramenti ideologici.
In questa lotta tra chi sostiene la vita senza se e senza ma e chi vuol lasciare liberi di decidere in situazioni di vita drammatiche l’impressione è sempre che in ogni caso a rimetterci sia l’integrità dell’essere umano.
In Italia sbarca la Ru486
symbel (redattore)
Ninete da aggiungere al tuo articolo, perfetto
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Ah ah ah, credo che sia dovuto all’incrocio con il tag “aborto”, i post correlati non li sceglie l’autore anche se mi sarebbe piaciuto avere l’idea di correlarli