Il recente malore che ha colpito il marito della first lady Carla Bruni ha suggerito una riflessione che alimenta oggi le pagine dei principali quotidiani e Moschebianche non si sottrae di certo al dibattito.
L’esercizio fisico fa bene o fa male? La domanda posta così è senza dubbio banale e va contro il senso comune diffuso che lo sport faccia bene al fisico e alla mente.
Se poi una domanda del genere ce la poniamo nei giorni in cui i nostri atleti si cimentano in massacranti competizioni in mare e in piscina nei mondiali di nuoto suona ancora più azzardata.
Cosa c’è di più sano di una persona con un fisico atletico scolpito non dalle bombe anabolizzanti che circolano nelle palestre ma dalla quotidiana e ripetuta attività fisica?
Cosa c’è di più sano di polmoni allenati, circolazione sanguigna messa alla prova dalla corsetta mattutina e muscoli ben tesi a supportare l’apparato scheletrico come assicurazione contro artriti e colpi della strega?
Ma siamo sicuri che sia così?
Qualche dubbio, da uomo della strada, è lecito porselo. Calciatori con ernie del disco, mal di schiena, ginocchia malmesse, caviglie con cartilagini logorate sono all’ordine del giorno e va bene, si parla di professionisti sotto forte stress atletico.
Ma avete mai provato a dilettarvi in modo serio e continuativo nella corsa? Non in una passeggiata mattutina (quello non è sport).
Un’attività sportiva continuata a certi livelli presuppone una cura dell’alimentazione e una dieta controllata, l’utilizzo di attrezzature e abbigliamento sportivo adatto e pure una buona scheda cronologica per evitare esagerazioni e strappi.
Insomma la risposta alla domanda “lo sport fa bene o fa male” è che lo sport fa bene se non è improvvisato, se non è troppo professionistico, se non è esagerato e, uno sport così a livello di tutti i giorni non esiste. Quindi lo sport alla Sarkozy con estenuanti corse mattutine con il caldo afoso d’Agosto o quello dei colletti bianchi che si accorgono a fine Giugno che hanno il doppio mento oltre che la doppia pancia e quindi si precipitano a sgambettare a qualsiasi costo, fa male, ed è il più diffuso.
Sarebbe troppo facile dare uno sguardo poi alle statistiche, dove gli ultracentenari sono tutt’altro che ex sportivi, anzi in zone del nostro Paese dove maggiore è la concentrazione di ultracentenari come la Sardegna la maggior parte di loro erano dediti a lavori usuranti e non avevano certo il personal trainer a disposizione.
I forzati dello sport
symbel (redattore)
