
Berlusconi e Craxi a mollo al mare
«Craxi interpretò meglio di ogni altro uomo politico come la società italiana stava cambiando . La sua politica estera fu grande. Ci fu l’episodio di Sigonella ma anche la scelta di tenere l’Italia nella sfera occidentale, senza intaccare autonomia e dignità del Paese. Gli sforzi di Berlinguer non bastarono invece Craxi riuscì a costruire un partito fluido, moderno, capace di raccogliere anche ciò che non è omogeneo a sé, ma che si unisce attorno a determinate idee»
Chi l’ha detto? De Michelis? Il figlio Bobo? La figlia Stefania? L’amico Silvio Berlusconi? No. Nessuno di loro. L’ha detto Walter Veltroni ad un incontro pubblico alla presentazione di un libro di Stefano Rolando sulla comunicazione e la Politica all’interno del PSI dal 1976 al 1994.
Una mossa tattica? Politica? Veramente incomprensibile questa esternazione anche se forse è collocabile all’interno del proverbiale ma-anchismo dell’ex segretario PD che però osa toccare un mostro sacro come Berlinguer per mettergli davanti il diavolo in persona, il responsabile di tutti i mali, l’untore della Prima Repubblica, Bettino Craxi.
La figlia Stefania però non dimentica facilmente e pur apprezzando le parole di Veltroni ricorda che il quotidiano L’Unità da lui diretta fu in prima fila nel demonizzare suo padre, con tutti i mezzi possibili.
La figura del politico socialista ormai a più riprese viene rivalutata e sdoganata, difficile capire se con merito o no ma di sicuro il quadro su questo complesso uomo politico non può esaurirsi con gli strali politico-mediatico-giudiziari di tangentopoli.
Craxi e Veltroni hanno una cosa certamente in comune: l’Africa, unica differenza è che che il primo ha mantenuto la promessa e c’è andato.
Sì, c’è andato, ma come latitante…..
eja e ora lo vogliono pure santificare..