Crimea no est Ucraina

Il referendum per l’ della repubblica di ha dato l’esito previsto: quasi all’unanimità (il 97 percento, con affluenza dell’86 percento degli aventi diritto al voto) i votanti hanno deciso per l’indipendenza.

Daltronde gli abitanti della Crimea sono sempre stati filo russi, e hanno storicamente mal digerito il fare parte dell’Ucraina , sentendosi russi e finalmente, come ha anche dichiarato l’ex presidente sovietico e nobel per la pace  Mikhail Gorbaciov “il popolo ha deciso di correggere un errore”.

Immediata conseguenza è la aggregazione della neonata repubblica alla federazione , l’uso del rublo come moneta ufficiale e l’adozione del fuso orario moscovita.

Dato il risultato plebiscitario si è fatto festa tutta la notte con i concerti in piazza di famosi gruppi russi, oltre che di Boney M e di Riccardo Fogli, che al grido di «Spasibo! Grazie, Russia! Grazie, Crimea!» ha festeggiato in piazza l’esito del referendum, propedeutico all’ingresso nella federazione russa.

Ovviamente UE e USA, come anticipato, non riconoscono il risultato del referendum, ma quando i numeri sono cosi alti ha poco senso parlare di brogli. Tralaltro la mossa, seguita dalle sanzioni verso la Russia, significa soltanto darsi una martellata sui piedi, dato che i russi spendono e tanto, sia in acquisti che per turismo sia in Europa che negli States, riforniscono di gas a prezzi competitivi l’Europa e detengono importanti quote del debito pubblico di molti stati occidentali, ma evidentemente per qualcuno questa vuole essere l’occasione per inaugurare i loro F35 ed Eurofighter nuovi di zecca.

Più che altro prude il fatto che gli abitanti di Sinferopoli vogliano cambiare la loro geografia, ma è una cosa che chiedono gli abitanti di tante micro regioni europee, desiderose di indipendenza o quanto meno di smarcarsi dalla pressione europea, che richiede tasse e sacrifici dando ben poco in cambio.

Daltronde i Baschi in Spagna, i Corsi in Francia, gli Irlandesi del nord e i Sardi da tempo cercano di smarcarsi dal loro governo centrale, e in Crimea ce l’hanno fatta.

Chissà che non ci riescano pure i sardi, come da una recente provocazione che vorrebbe far annettere la Sardegna alla Svizzera, per diventarne il cantone Marittimo, dando alla federazione elvetica uno sbocco a mare, più ricchezza al territorio sardo, che tralaltro si liberebbe dall’euro e dal sistema di tassazione italiano a cui un’elevata tassazione corrisponde solo a pessimi servizi e probabilmente darebbe pure una interessante buonuscita allo stato italiano, che potrebbe cosi eliminare parte del suo debito…

 

Brian Boitano (redattore)

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