Negata l’iscrizione a Grillo

Nuovo capitolo della vicenda “Grillo goes to PD”, ed incidentalmente in questo romanzetto estivo si ritaglia uno spazio anche la nostra Sardegna. Difatti il comico ha trovato una sezione disposta, sulle prime, a tesserarlo: quella di Arzachena nella persona del coordinatore Andrea Filipeddu. Che il PD sardo fosse la pecora nera di un partito già sbilenco a livello nazionale si sapeva, e Grillo involontariamente (o no?) sta smascherando tutte le contraddizioni del nuovo centrosinistra. Così la Commissione Regionale di Garanzia della Sardegna intima alla sezione di non convalidare l’iscrizione e di restituire al proprietario la quota di 16 euro. Da parte sua Grillo si sente già iscritto, ma anche se così non fosse dichiara che troverà di certo qualcuno disposto a tesserarlo in “continente”.

La vicenda ha del grottesco perchè Grillo, incredibilmente, la sta buttando sul politico. E proprio su quel campo andrebbe affrontato e (facilmente) battuto. Invece questa scheggia impazzita fa venir alla luce quelle contraddizioni rimaste sempre in penombra. Ossia, ai tempi di Prodi e Veltroni, l’utilizzo delle primarie come strumento per dare un’investitura popolare a leader già scelti a tavolino negli uffici dirigenziali. Alle primarie di ottobre uno scontro tra poteri, un semplice tiro alla fune tra i tanti leaderini che affollano il loft. Ora che la società civile (quella più ruspante) prova ad infilarsi nella competizione, gli viene sbarrata la strada con motivazioni da azzeccagarbugli. Ma se si rigetta il populismo di Grillo, allora non si capisce come il PD possa allearsi costantemente all’IdV quando arriva il momento del voto.

Questa storia, l’ammetto, mi diverte molto. Ma andrebbe affrontata con serietà, e se può aiutare allora ben venga il comico Grillo.