Notizia di oggi, la clamorosa protesta della trans Efe Bal che si è spogliata davanti alla sede del Corriere della Sera, per rivendicare il diritto a pagare le tasse e ad avere una pensione.
La professionista trentasettenne di origine turca, autodefinitasi “la trans più famosa d’Italia”, ha manifestato a pirillo di fuori per far notare l’incongruenza di aver ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia , da ben mezzo milione di euro ( immaginiamoci gli incassi…), ma di non poter regolarizzare la sua posizione poichè di fatto non è tassabile, in quanto la sua professione non è inquadrata in nessuna categoria.
Stessa cosa è successa ad un’altra escort, stavolta con la patatina, Sandra Yura che si è trovata “vittima” di un’ispezione delle Fiamme Gialle, che hanno constatato il mancato pagamento dell’IVA della sua presunta ditta individuale, considerando il suo come un lavoro autonomo, peccato che la donna non possa di fatto aprire una sua partita IVA, trovandosi in una falla del sistema fiscale.
Ovviamente sono seguiti quattro avvisi di accertamento per Irpef, Iva, Irap, Inps, oltre a sanzioni e interessi per un ammontare di circa 50 mila euro, realativi alla mancata presentazione del modello Unico, che avrebbe dovuto comprendere i redditi da lavoro autonomo.
Sembrerebbe che entrambe sarebbero ben disposte a pagare le tasse e a rilasciare fattura, quindi perchè non accontentarle?
Sicuramente una regolamentazione e una tassazione porterebbe benefici ad uno stato sempre più avido in materia di tasse, oltre a regolamentare un mercato che è sempre stato border-line.
Probabilmente potrebbero esserci miglioramenti sul fronte della sicurezza, sia delle lavoratrici che dei clienti, e magari scoraggiare lo sfruttamento.
Se d’altronde in altri paesi europee la faccenda è regolamentata da delle leggi e si svolge alla luce del sole, perchè non adeguarci anzichè tenere il solito atteggiamento bigotto all’italiana?