Twitter è un social network che è salito alla ribalta delle cronache in Italia dopo le recenti rivolte nei paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo perché puntualmente grazie ad esso si è riusciti a coprire gli eventi che a causa delle limitazioni ai giornalisti di professione non si sarebbe potuto raccontare.
Ma Twitter in Italia ha anche un altro primato, legato a momenti altrettanto dolorosi, che è quello di essere stato il mezzo di informazione che ha comunicato per primo il terremoto in Abruzzo.
Oltre a questi nobili scopi sintetizzabili con il termine “giornalismo partecipativo” lo strumento si presta anche al gossip ospitando una miriade di vip o presunti tali made in USA ai quali ogni tanto scappa una foto in topless o una frase che ne decreta il licenziamento o il pubblico ludibrio.
Ma perché Twitter in Italia è così poco conosciuto? Che differenza c’è tra Twitter e Facebook?
Partiamo dalla seconda domanda provando a dare una risposta che esuli dal discorso strettamente tecnico.
Entrambi sono dei social network ovvero dei luoghi “virtuali” che permettono di mettere in relazione tra loro le persone e di curarne i legami.
Facebook, oramai lo conoscono tutti, gestisce i contatti tra “amici” attraverso l’aggiornamento del proprio status, la pubblicazione di foto, note, video, link con un flusso continuo e in un certo qual modo anche casuale di articoli e commenti pescati nel calderone delle proprie amicizie o dei gruppi ai quali si appartiene. Twitter fa tutte queste cose ma in modo diverso.
Twitter è basato sui tweet (cinguettii) ovvero messaggi che contengono al massimo 140 caratteri, in pieno stile sms, che è possibile scambiare con i propri amici chiamati “followers” ovvero coloro che seguono i tuoi messaggi. Su Twitter però è tutto molto più ordinato anche graficamente e c’è una possibilità di controllo molto più attento sulla privacy. Nel contenuto dei messaggi attraverso dei link brevi è possibile veicolare anche video e immagini senza però invadere graficamente lo schermo del proprio interlocutore.
Entrambi i sistemi nati sul web sono utilizzabili su tutti i dispositivi mobili e in particolare i tablet e gli smartphone di ultima generazione anche se Twitter, da questo punto di vista, sembra più a suo agio vista la sintesi del messaggio e la sua struttura.
Questa ultima considerazione forse ci aiuta anche a capire il perché della sua diffusione così scarsa in Italia, paese nel quale non si ama la sintesi e le tariffe telefoniche per la connessione suggeriscono di stare alla larga da collegamenti continui con la rete.
Twitter è uno strumento forse un po’ più adulto rispetto a Facebook e sembra quasi una riduzione di questo, la definizione più semplicistica di Twitter infatti è che sia “una specie di Facebook solo con i messaggi di stato” mentre in realtà ha delle potenzialità forse anche superiori a patto che si consideri come missione finale quella di farsi capire in fretta, di puntare al sodo e di non creare confusione.
E’ impossibile sintetizzare tutte le funzionalità e l’utilità dei sistemi di ricerca e di tagging di questo social network come lo sarebbe anche per Facebook quindi non resta che provarlo, fare un po’ di pratica e alla fine è altamente probabile risultarne conquistati.
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