In questi giorni non ho potuto fare a meno di notare la campagna della Conferenza Episcopale Italiana per la raccolta dell’otto per mille.
Mi direte che c’è di strano, dato che la fanno ogni anno, ma quest’anno è diversa: cambia il target, cambiano i media dove la campagna è pianificata, cambia l’idea.
Infatti i protagonisti sono i giovani, i media visto che è principalmente veicolata sulla rete, ma sopratutto quello che spiazza è il funzionamento.
Si pubblicizza una sorta di concorso, dove i giovani ,e gia qui mi direte, che ci azzeccano i giovani con l’otto per mille visto che giovani che abbiano uno stipendio regolare e che quindi possono destinare il proprio otto per mille non ce ne sono tanti, non vengono spinti a firmare l’apposita casella della dichiarazione dei redditi.
Infatti l’idea si fa ancora piu contorta: i giovani, alla stregua di venditori porta a porta, dovranno aiutare vecchi e anziani a destinare l’otto per mille alla chiesa cattolica, ricevendo in cambio come premio, ma solo quelli che avranno portato a casa più dichiarazioni dei redditi, un viaggio a Madrid per la giornata mondiale della gioventù.
Non c’è che dire: un mega imbroglio, subito sia dalle vecchiette che si troveranno a firmare , magari controvoglia, sotto l’assedio dei nipoti, sia subito dai ragazzi stessi che difficilmente faranno grossi numeri e quindi non potranno fare il viaggio promesso, ma che con lo stesso principio usato nei call center, porteranno a casa pochi “contratti” , ed in virtù degli scarsi numeri non saranno pagati, o tuttalpiù pagati una miseria , ma che moltiplicati per una grossa schiera di operatori, fanno fare i numeri ai “titolari”.
Non c’è che dire, bell’esempio di lealtà e trasparenza mascherare in questi modi quella che è solo una sorta di truffa legalizzata, mi auguro solo che il gran giurì della pubblicità valuti la cosa e prenda, se del caso, opportuni provvedimenti.
Mi ha incuriosito questa cosa anche perché giornali, siti e radio che non aspettano altro per scagliarsi contro le iniziative della CEI non ne parlano, perlomeno non fino ad ora, e sono andato a leggermi il regolamento completo http://www.ifeelcud.it/regolamento.pdf nel quale si parla oltre che delle schede da raccogliere e consegnare anche della realizzazione di uno o più filmati che contribuiscono a raccogliere punti per vincere il viaggio a Madrid oltre che premi per le parrocchie da destinare agli anziani.
L’articolo contiene parecchie imprecisioni per evitare le quali sarebbe bastato leggere il regolamento completo invece che fermarsi alla sintesi degli slogan.
Si parla di CUD e non di denuncia dei redditi tant’è che il concorso si chiama “IFeelCud”, quindi anche i giovani possono essere coinvolti visto che il CUD è consegnato anche se si lavora un mesetto in un’azienda in modo precario.
Fermo restando che il concorso non sostituisce la solita campagna dell’8×1000 e anche in questo l’articolo è impreciso e che il viaggio per la giornata mondiale della gioventù a Madrid è già alleggerito nelle quote partecipative grazie agli stanziamenti della CEI e che alla raccolta dei CUD non è obbligato nessuno.
Ognuno la può pensare come vuole e fare le sue considerazioni ma la parola “truffa” andrebbe utilizzata con maggiore cautela anche per possibili chiamate a risponderne nelle sedi opportune.
Credo che chiunque presentasse un esposto al giurì della pubblicità verrebbe accolto con sonore risate, a riprova del contrario chi è indignato può provare a presentarlo.