In mutande ma vivi

In mutande ma viviSono bastati dieci minuti a , nel suo sferzante peana berlusconiano, per resettare mesi di blandi editoriali dei pur validi e navigati professionisti dell’editoria come Joker Belpietro e Nosferatu Sallusti. Vuoi per il mezzo, il teatro, più congeniale ai tribuni, vuoi perché, sotto sotto, i giornali son letti sempre di più dagli addetti ai lavori; l’arringa di Ferrara è stata quanto di più incisiva e schietta nelle ultime settimane.

Quella di Ferrara non è stata una contro-manifestazione, una risposta al popolo viola, ma una vera e propria richiamata alle armi contro un conformismo pruriginoso e bigotto sollevato pretestuosamente per colpire il bersaglio grosso.  Al paese reale non interessa il politico ingessato, le chiacchiere di bassa portineria, gli sfanculamenti tra giornalisti, la mignottocrazia e tantomeno la presunta dignità violata delle donne. Vuole un governo che faccia riforme tanto auspicate e programmate, vuole insomma un governo che tagli le tasse o quantomeno gli sprechi.

“vogliamo il Berlusconi del ’94” tuona l’elefantino. l’immagine di un Ferrara paonazzo con sullo sfondo dei panni stesi è al contempo grottesca e pasoliniana, e in un certo senso anche avant-pop, come direbbero i cronisti quelli bravi. Ora non so se Ferrara rimpianga la promessa di un leader libertario/ino che nel 94 voleva cambiare il mondo, perché era sempre lo stesso – con Ferrara ministro – che si impantanò rovinosamente pochi mesi dopo l’insediamento. Eppure la provocazione seria ma mai seriosa arriva al cuore del problema, sopratutto quando parla di una destra incapace di dar spazio a voci nuove, dissonanti, perché impegnata ad abbaiare contro Santoro, Gruber, Fazio, Floris e il turpe Lerner.

Tolto Ferrara – che dopo il fallimento sulla lista contro l’aborto aveva ridotto lo spazio alle sue sortite e provocazioni – l’impressione è che rimanga ben poco. quando poi la telecamera stacca dal corpulento opinionista per zoommare sui plaudenti Santanché e Ignazio La Russa ne ho immediatamente la conferma.

Martin Sileno (redattore)

Martin Sileno

collaudatore di illusioni, menefreghista e blogger

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2 Risposte

  1. FRANCESCO BUFFA DESIGNER scrive:

    Una manifestazione condotta dal pulpito di un comunista fortunatamente mancato, travestito da intellettuale, cosi presuntuoso da tentare un passo più lungo della sua piccola gamba e senza essere visibilmente abbastanza ferrato in materia, prova a commentare Kant, nel mediocre tentativo di deridere Umberto Eco un intellettuale vero che – fortunatamente a suo esclusivo dire – del filosofo tedesco non avrebbe capito nulla. Questa pietosa rappresentazione nel corso di una manifestazione, che tollera ovviamente la presenza di un cartello che recita: “Santoro, Travaglio, Lerner, Fazio, Floris pezzi di merda” – esprimendo in questo caso la propria autentica cultura facile a capirsi – che offendendo la libertà di stampa e di pensiero – (anche con offese da regime di terzo mondo indirizzate a Corrado Formigli) – si avvale della legittima presenza dello stesso ministro della Repubblica che tutta l’Italia ha già visto e sentito insultare pubblicamente lo studente di Scienze Politiche Luca Cafagna intervenuto alla trasmissione Annozero del 16 dicembre per esprimere le proprie idee, tutto questo non è un casuale incidente prodotto da una casuale imprevedibile tensione, ma una anacronistica inquietante realtà che non ha bisogno di ulteriori commenti, ma soltanto di elementari riflessioni, infatti, se al governo così piace e “serve” – con le virgolette e senza le virgolette – tutto questo, non è un brutto sogno, questo signore potrebbe trovare un seguito di persone fragili con identiche vedute culturali e con identico intelletto fatto di quella trasparente prepotenza, di cui la storia è dolorosamente ricca, riflettiamo!.

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