Mario Borghezio, 62 anni, è un avvocato e politico, militante nella Lega Nord. Attualmente è deputato del Parlamento europeo
Onorevole Borghezio, analizziamo il fenomeno politico del Partito della Libertà, l’FPO, che alle ultime elezioni a Vienna ha raggiunto il 27%, diventando così il secondo partito. I temi affrontati in campagna elettorale, in primis la lotta all’immigrazione extra UE e la sicurezza sociale, sono stati recepiti dai cittadini?
L’FPO ha ottenuto un ottimo risultato a Vienna. Il Freiheitliche Partei Österreich, è un partito giovane, che haun segretario quarantenne, Heinz-Christian Strache. Il partito fu guidato da un altrettanto giovane leader, Jorg Haider, che costruì un movimento ben radicato sul territorio, che si sviluppava nel tempo. Nel 2005 fu nominato segretario Strache. Le ragioni dell’attuale successo stanno soprattutto nella decisa opposizione all’immigrazione incontrollata e nel no secco all’ingresso della Turchia in Europa. Per quanto riguarda la struttura del partito, il radicamento territoriale ha permesso una notevole crescita. Oggi questi movimenti hanno il vento in poppa: ne è prova anche il successo in Olanda del Partito per la Libertà guidato da Geert Wilders e l’affermazione nel suo paese, che rappresenta un fatto nuovo in Europa.
Il successo del FPO e la crisi del OVP, il Partito Popolare. A pesare sulla sconfitta dei centristi pesa uno scarso radicamento sul territorio o cos’altro?
La crisi del Partito centrista è dettata anche da un eccesso di buonismo. Non si interpretano più i bisogni e le necessità dei ceti popolari. Un certo buonismo nei confronti dell’immigrazione sfrenata ha poi ripercussioni anche sulla sicurezza sociale e sul lavoro. Questi mutamenti politici vedono protagonista anche una controtendenza tra i giovani, i quali riscoprono i “valori della foresta”. Inoltre è diffuso il no all’islamizzazione selvaggia, in quanto viene avvertito come pericolo.
Passiamo all’Europarlamento, di cui lei è deputato. Qual è lo stato di salute del giovanissimo gruppo Europa della Libertà e della Democrazia, nato nel luglio del 2009? Andiamo verso un’Europa dei popoli?
E’ un gruppo che gode di buona salute: si oppone fermamente a un’ Europa dei banchieri e dei burocrati, che opprime le nostre comunità locali. Al gruppo appartengono anche gli inglesi dell’UKIP, con 13 eurodeputati, che si oppongono alla completa sudditanza a Bruxelles.
Euroscettici o euro critici?
Noi siamo euro critici, diciamo sì all’Europa, convintamente, ma non a questo modello europeo attuale.
Esattamente un anno fa è nata l’Alleanza dei Movimenti nazional. In che rapporti siete?
Buoni rapporti, e in stretta collaborazione. Nel gruppo c’è per esempio il movimento fiammingo, anch’esso euro critico, che dà un contributo simile al nostro alla ricerca dell’Europa dei popoli.
Onorevole, sicuramente in Europarlamento si vivono ogni giorno le contraddizioni della globalizzazione. Lo stesso Giulio Tremonti, ministro dell’economia, denuncia la deriva dell’iperliberismo selvaggio. Quali sono le sfide che ci offre la globalizzazione nel dopo 2010?
L’allarme di Tremonti è più che fondato, dobbiamo essere vigili di fronte alle scorrerie speculative e prestare attenzione alla circolazione dei prodotti finanziari. Il ruolo dell’Europa è quello oggi di contrastare gli gnomi della finanza e i burocrati. Dobbiamo avvantaggiare l’economia reale e le nostre tradizioni produttive. Faccio un esempio: una direttiva dell’Unione europea permetterà da aprile prossimo un quasi totale monopolio da parte delle multinazionali farmaceutiche. In risposta allestiremo una mostra dei prodotti tradizionali nei corridoi dell’Europarlamento.
Oggi l’Europa soffre ancora di un senso di inferiorità nei confronti degli Stati Uniti o è in grado di pensare con la propria testa senza dover passare dalla Casa Bianca?
L’Europa attuale soffre una mancanza di slancio e una carenza di orgoglio. La cui responsabilità è soprattutto dei grandi partiti, che sono succubi degli Stati Uniti e delle grandi potenze, e provano ancora un lacerante complesso di inferiorità verso i loro confronti. Riusciremo a ragionare da soli quando la nostra Europa sarà una vera comunità di popoli.
(pubblicato anche sul blog di informazione politica factiones.wordpress.com)