Di sicuro potrebbe essere il nuovo testimonial della Marlboro. Al contrario del rude cowboy con cappello Stetson di ordinanza, Ardi Rizal è un bambino indonesiano che infonde una sensazione di tenerezza. Un infante di due anni, pacioccone quanto basta, in sella al proprio camioncino di plastica, che fuma beatamente 40 sigarette al giorno. Ardi è un bambino sicuro di sè, tanto da non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dai genitori. D’altronde i bambini e gli adolescenti di oggi hanno più testa sulle spalle che in passato. Ci sono ragazzine australiane che fanno il giro del mondo in solitaria in barca a vela a 16 anni, 13enni americani che scalano l’Everest, ed è pertanto giusto e doveroso che un bambino di due anni fumi due pacchetti di sigarette al giorno. Siamo nel Duemila, nel 2012 il mondo finirà, chi siamo noi per vietare ad un bambino di fumare?
La mamma, una donna di carattere, all’inizio ha cercato di inculcare nel marmocchio valori importanti come l’ecologia, il rispetto per la foresta, la deforestazione causata dalle piantagioni di tabacco, il global warming indotto da due miliardi di uomini-ciminiera che sfumazzano ogni giorno, ma Ardi è stato irremovibile. I genitori, ripetiamo uomini dalla straordinaria tempra morale, per soddisfare il giusto desiderio di indipendenza del figlio, hanno anche rinunciato all’offerta delle autorità indonesiane, disposte a comprare ai genitori una macchina nuova in cambio della promessa di imporre al figlio un regime di vita smoke-free. Non possiamo che plaudire alla strenue resistenza dei genitori, che contro tutto e tutti lottano per assicurare al proprio erede una vita ricca di soddisfazioni e di indipendenza di pensiero. Oltretutto l’aspetto florido di Ardi è la dimostrazione di come il fumo in tenerà età faccia bene alla salute.