Poco tempo fa scrissi un pezzo sulla dittatura “mediatica” di Steve Jobs, che come un grande fratello decide le sorti delle sue creature con la mela morsicata, riservandosi di decidere cosa e come i propri “adepti” debbano usarli per fare le operazioni di uso piu comune.
E se questo condizionamento a livello tecnologico è già preoccupante , lo sono ancora di più alcune implicazioni che esulano dal mondo tecnologico, ma che hanno a che fare coi prodotti della mela.
Il primo esempio è stato il divieto all’importazione degli iPad americani nel territorio israeliano, imposto dal governo, non tanto per ragioni di interferenze radioelettriche, come si sospettava in un primo momento, ma per evitarne l’importazione parallela, finquando che il prodotto non fosse disponibile in maniera ufficiale. Chi lo aveva ricevuto per posta, o lo portatava con se al ritorno dagli states era costretto a lasciarlo depositato in dogana, e solo da ieri lo puo ritirare pagando una sostanziosa tassa di deposito alla dogana. Tutto cio per avvantaggiare l’importatore ufficiale Apple, che guarda caso è controllato dal figlio di Simon Perez.
Ancora peggio cio che è sucesso negli stati uniti, dove uno sviluppatore Apple, ha smarrito in un pub un prototipo del nuovo iPhone. Questo prototipo è finito, dopo l’elargizione di una generosa mancia, nelle mani del giornale online Gizmodo, che ha confezionato uno scoop prima di restiturlo, come da richiesta, alla casa della mela.
Fin qui tutto tranquillo, se non fosse che il giornalista che ha avuto l’incarico di scrivere lo scoop si è trovato in casa delle truppe in assetto antisommossa che gli hanno sequestrato computers, server e tutto cio di elettronico che possedeva in casa, per scoprire come e da chi abbia recuperato quel prototipo.
Posso capire che l’importanza della riservatezza, su un prototipo tecnologico per la Apple, che non si mette scrupoli a licenziare dipendenti per aver mostrato a un collega in anteprima i frutti del proprio lavoro, ma da qui a chiamare la polizia in tenuta antisommossa nei confrontri di un giornalista che ha fatto il proprio lavoro, tralaltro in barba alle leggi che tutelano i giornalisti ce ne vuole…
In sostanza attenti a non fare arrabbiare il vecchio Steve Jobs, magari passandogli davanti alla lista per un trapianto di fegato, potrebbe farvi passare brutti quarti d’ora…