Se la cultura giapponese un po’ vi appassione, probabilmente avrete gia sentito parlare di Hackiko, il cane della stazione ferroviaria di Shibuya.
Per chi non sapesse di che si tratta, è la storia vera, accaduta un’ottantina di anni fa a Tokyo. Hakiko era il cane di un professore giapponese pendolare che era solito accompagnare ogni giorno alla stazione dei treni il suo padrone e andarlo a riprenderlo al suo arrivo, fino a quando il suo padrone mori’ d’infarto al lavoro e quindi non torno piu col treno a casa. Ma il cane in segno di fedeltà continuo’ , per dieci anni, fino alla sua morte ad andare ad aspettare il padrone alla stazione dei treni. I viaggiatori e i lavoratori della stazione notarono il comportamento del cane, che divenne una mascotte della stazione, tanto che gli fu dedicata una statua, presente ancora oggi nel punto dove il cane attendeva il suo padrone.
Il film di Richard Gere, attualizza la storia ai giorni nostri, e sposta la storia dal Giappone degli anni 20, agli Stati Uniti degli anni 90, creando una storia strappalacrime, aiutata anche dalla tenera figura del cane di razza Akita.
Il professore di agraria, diventa un professore di musica americano (Richard Gere), felicemente sposato, la storia si sposta da Shibuya agli USA, ma la fedeltà del cane non cambia anche attraversando il pacifico.
Simpatica l’introduzione dove il nipote del professore racconta questa storia, dipingendo il cane come il suo eroe preferito.
Tutto sommato un film carino, dedicato alla fedelta’, forse piu presente negli animali, che negli esseri umani.