Pur non condividendo nemmeno le virgole di quello che dice Santoro e la sua combriccola ho sempre seguito le sue trasmissioni televisive, non so se per sadomasochismo o per rafforzare ancora di più le mie convinzioni. AnnoZero quest’anno non avevo avuto ancora il piacere di seguirlo. Ieri sera preso tra la morsa di una replica di don Matteo e delle avventure di Pinocchio di Comencini, tra il concerto per i 40 anni di Katia Ricciarelli e la quinta stagione di Grey’s Anatomy, tra un brizzolato Valerio Massimo Manfredi, nerd storico e un film plurireplicato con Jean Claude Van Damme che usa i pugni come scagliasse statuine del duomo a destra e a manca, mi sono rifugiato, si fa per dire, nel network dell’odio di cicchittiana definizione: l’arena di Santoro.
Michele Santoro è un grande professionista, non c’è dubbio, e si circonda di persone al suo livello.
Non è semplice confezionare una dibattito tv a tesi precostituita in modo così efficace e con i meccanismi così ben oliati.
AnnoZero andrebbe fatto vedere nelle scuole di comunicazione, nei corsi di giornalismo televisivo.
AnnoZero al contrario di altre trasmissioni di approfondimento politico ha un testo che scorre fluido, che attraverso dei passaggi che diventano obbligati giunge alla sua conclusione come un romanzo ben scritto.
La cosa sorprendente è che la concatenazione dei ragionamenti appare improvvisata, frutto della diretta, mentre in realtà è tutto previsto, tutto calcolato, il conduttore deve solo sorvegliare la macchina in corsa e, di tanto in tanto, dare qualche colpetto al volante per rifinire la traiettoria.
Il tema della puntata è sarcasticamente il “partito dell’amore”, parafrasando i messaggi da bacio perugina venuti fuori dai comunicati del premier e del suo portavoce mentre era al San Raffaele, in contrapposizione con il “partito dell’odio” coniato dal recente discorso di Chicchitto in parlamento.
Ospite politico del centrodestra Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, uomo molto vicino al premier, cattolico, noto per il suo parlare “amorevole” e un po’ retorico e quindi perfetto allo scopo. Dall’altra parte Antonio di Pietro, c’è bisogno di dire altro?
Gli ospiti non politici erano Pier Luigi Battista, giornalista autorevole del Corriere della Sera, già definito da Travaglio uno che “scrive fesserie” in un suo articolo tra i più teneri. La colpa di Battista ovviamente è quella di essere un cerchiobottista, insomma uno che non prende posizione. Poi c’era Travaglio, il giornalista Sandro Ruotolo e l’esperto di intelligence Nativi, ospite fisso in tempo di guerra in varie trasmissioni.
Alla fine della fiera, dopo due ore di trasmissione che tutto sommato si svolgono in un clima non tesissimo o perlomeno molto al di sotto della media di AnnoZero viene fuori, anche con l’aiuto di un’intervista al filosofo Umberto Galimberti, che
1) il clima d’odio scaturisce dal carisma stesso di Berlusconi, in quanto tutti i carismatici sono portati a generare intorno a se sentimenti estremi, amore e odio;
2) il gesto di Tartaglia è da considerare isolato, non condizionato dall’esterno, espressione di follia come quello che ammazzò John Lennon;
3) l’odio c’è da entrambe le parti infatti Travaglio elenca tutte le frasi violente pubblicate sui giornali di area centrodestra;
4) il gesto violento di Tartaglia è stato anche dovuto a gravi responsabilità degli uomini della scorta seguiti con una specie di Supermoviola di Biscardiana memoria guidata dal viso sempre funereo di Sandro Ruotolo;
5) adesso sull’ondata emotiva di questo episodio si farà un inciucio che tenderà a estromettere Di Pietro.
Il tutto condito con il solito servizio esterno in mezzo ad un consesso di consiglieri comunali e assessori leghisti che ne dicono di tutti i colori e di una festa di giovani leghisti alticci e decisamente razzisti.
Parla anche il solito giovane del “popolo di internet” che manifesta preoccupazioni per una deriva oscurantista del governo contro i social network.
In questo meccanismo perverso e perfetto del quale contenuto non esprimo giudizi c’è solo un neo, un piccolo tallone d’Achille che è paradossalmente la conduzione di Michele Santoro. Michelone infatti, pur essendo il principale artefice di tutta la trasmissione e quindi anche del suo meccanismo, nella conduzione delle volte forza la mano, non riesce a trattenersi, da’ un colpo al volante un po’ più forte di quello che serve e vengono fuori sterzate infelici come quella fatta nel discorso iniziale quando, al termine della sua introduzione fa i suoi sinceri auguri di Buon Natale al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a Gaspare Spatuzza, il pentito di mafia, chiosando con un “perché io me lo posso permettere”.
Ovvio che la puntata di ieri si riduce a questa frase gettata lì nei primi minuti che non sembra far parte della tesi e che di fatto condiziona tutto il successivo svolgimento per i commenti nei giornali.
Finito AnnoZero (ah, Vauro è come lo ricordavo, un vignettista cinico che non fa più ridere o perlomeno ride solo lui e nemmeno sempre riesce a coinvolgere Santoro) lascio su Rai Due per inerzia e dopo un botto di pubblicità e il telegiornale mi vedo ricicciare Maurizio Costanzo, che presenta uno spettacolo teatrale. Chi ha cambiato canale? Mi chiedo, poi osservo bene l’angolo dello schermo e non vedo il logo di canale cinque ma il simbolo di rai due.
Sapevo del passaggio ma non avevo realizzato che fosse già avvenuto.
Spengo la tv e soffermo lo sguardo sulla statuina del busto di Garibaldi comprato da ragazzo in una gita all’isola di Caprera che fa capolino sull’armadio in camera e per la prima volta mi chiedo se avrebbe fatto più danni del Duomo se scagliato in faccia a qualcuno.
Non ci avevo mai pensato prima… mi giro verso il televisore appena spento… AnnoZero funziona!
Ottimo articolo, scritto davvero bene, uno dei tuoi migliori.
Per quanto riguarda Anno Zero, ho provato anche a guardarlo, ma ti diro’ , mi è venuta subito in mente la Mondaini …
uffa, che barba, che noia, che barba , che noia……
Però una cosa va detta ed è tipica dell’ipocrisia del mondo politico italiano: Santoro è un delinquente, Floris un fazioso ecc ecc eppure io vedo sempre una grande gara tra i politici e i gornalisti vicini a Berlusconi e al centro-destra per potervi partecipare….
Devo dire che AnnoZero a me piace molto, benchè sia di parte, riesce a toccare tutti i punti del tema scelto, meglio di qualsiasi altro programma politico della tv (tg compresi).
Oltre alla tua descrizione aggiungerei, che è sempre divertente vedere il comico Marco Travaglio, il principio di infarto di Di Pietro quando discorre, il barbone Vauro che da l’impressione di un intruso inaspettato, il tono di voce di Giulia Innocenzi in stile teenager all’interrogazione.