Lo stronzo e lo sfintere

CessoIl Corriere, nel raccontare l’ennesimo “caso ”, mette subito le mani avanti: normalmente eviteremmo di scrivere la parola “”, ma se l’ha fatto Lui… Bella paraculata non c’è che dire, ma essendo noi di MB un organo d’informazione più scafato dell’istituzionale giornalone della RCS, non mi faccio problemi a piazzare il termine fecale già nel titolo affiancato a quello che è il vero problema ovvero i tanti sfinteri della politica che continuamente la fanno fuori dal vaso. Anche ieri, di fronte ad un termine discutibile se utilizzato dalla terza carica dello Stato, si è scatenato il teatrino della politica e gli sfinteri  dei portavoce, dei galoppini, degli avvocati con e senza mandato, hanno copiosamente inondato le news di stronzate. Subito Calderoli, tanto a ribadire il celodurismo leghista, ha non tanto sottilmente alluso che il vero è l’esimio On. Gianfranco Fini reo di illudere le orde barbariche sul fatto che l’Italia sia l’Eldorado. I berlusconiani hanno accolto le tesi di Fini con freddezza, e qualche esponente di secondo piano di AN e FI hanno subito duellato sulla non più recentissima moda del “compagno” Gianfranco di tirare picconate al Governo. L’opposizione ha fatto festa appoggiando come al solito la ormai spina nel fianco di Silvio quando in altre circostanze si sarebbe dimostrata oltremodo bacchettona. Però il tema di maggior rilievo non è la terminologia utilizzata dal Presidente della Camera ma la sostanza, ossia la parziale marcia indietro sulla legge che porta il suo nome assieme al senatur Bossi. Alle capriole politiche di Fini ci siamo tristemente abituati. I giornali dal canto loro hanno subito stigmatizzato il termine, con tanto di paginate di corsivi in stile Accademia della Crusca dove si analizzava per filo e per segno il campo semantico e l’etimologia del termine. Riempitivi, nulla più. Ed infine Matteoli, con la sua audace teoria: Fini non parlava ad un consesso di scienziati ma in una borgata romana. Come dire, si è adeguato alla platea. Ignorando forse che i fiumi di merda che ci ammorbano  non provengono dal Testaccio o dal Parioli, ma direttamente da Piazza Montecitorio e dintorni.

Rudy Basilico Turturro (redattore)

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4 Risposte

  1. Martin Sileno scrive:

    quello di Fini è stato un attacco di-retto

  2. symbel scrive:

    Fini si comporta come una checca isterica, mi chiedo quale possa essere l’elettore che affida il suo voto a uno come lui. Ora come ora non vedo per lui prospettive di leadership nel PDL, l’unico a cui può dare filo da torcere è Bersani.

  3. MisterSil scrive:

    Prendendo a prestito quanto Leonardo Sciascia disse di Aldo Moro e copn le debite proporzioni: “Fini è un grande politicante ma non un grande politico”.

  4. Holly! scrive:

    Cosa ha detto di così strano fini? oltre allo “stronzo” intendo. ma ormai credo che le cosiddette male parole in politica siano state ampiamente sdoganate (si, anche quelle) già da parecchio tempo.
    Facendola breve, il presidente della camera ha detto che un razzista è uno stronzo. embè?
    chi si dovrebbe offendere se non chi ha una coda di paglia grande come una casa?
    qui si parla semplicemente di razzismo (fini parla dell’essere considerato diverso e del colore della pelle) e di una legge sull’immigrazione. Se si presume che le parole di fini entrino in contrasto con la legge che porta il suo nome allora per sillogismo si afferma che la legge bossi-fini è una legge razzista. e non mi sembra una cosa da poco, mi sembra una responsabilità molto grave nei confronti di questo governo e di chiunque lo appoggi, a qualunque livello. A meno che non arriaviamo pure a sdoganare il razzismo (e ci arriveremo presto credo).

    Comunque, a seconda dei punti di vista e dei ragionamenti che uno può fare a mio avviso alla fine non si può che arrivare a scegliere al massimo due considerazioni o giudizi di valore:

    1- Fini è un ipocrita. Ha scritto una legge razzista e poi offende i razzisti.
    2- Fini è coerente. A suo avviso la bossi-fini non è una legge razzista e quindi ha il diritto di erigersi a paladino della fratellanza e dell’amore per il prossimo.

    Qualunque dei due giudizi si possa scegliere, io penso semplicemente che Fini abbia detto una cosa banalissima a dei bambini, Poi interpretare una cosa del genere come una provocazione mi sembra come minimo una esagerazione, e da qui a definirlo come una checca isterica o un picconatore ce ne passa, anzi è una cosa che fa davvero ridere.
    ma vi ricordate cosa voleva dire picconare? opposizione interna?
    mah!

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